LIKE A ROLLING STONE
“La prima volta che ho ascoltato “Like A Rolling Stone” avevo 15 anni, ero in macchina con mia madre e stavo ascoltando WMCA, quando ad un tratto partì quel colpo di rullante che suonava come se qualcuno stesse aprendo a calci la porta della mia mente”.
(Bruce Springsteen, 1988)
Riporto questa frase in quanto esprime esattamente la stessa sensazione che ho provato durante l’ascolto dei cinque minuti e cinquantanove secondi più riusciti della storia della musica.
Era la primavera del 1965 e Bob Dylan stava vivendo un periodo decisamente difficile della sua vita, nonostante la sua carriera musicale fosse ormai affermata, non riusciva a condividere ed apprezzare la figura di profeta e poeta che il pubblico si era fatto di lui: “Stavo per smettere definitivamente di cantare quella primavera. Ero molto provato per il modo in cui andavano le cose, era una situazione molto pesante… ma Like a Rolling Stone ha cambiato tutto. Voglio dire che era un qualcosa di cui io stesso potevo prendere coscienza e giudicare. E’ molto faticoso avere altre persone che ti seguono e ti scavano dentro in continuazione se poi non sei te stesso in primis a farlo.” Il brano prende spunto da degli appunti e dei pensieri che Dylan si era scritto e che descrivevano il periodo che stava passando: “Era lungo all’incirca una decina di pagine. Non aveva nessun titolo, era solo una abbozzo ritmico scritto su di un foglio di carta, parlava solo del mio odio, costante e diretto, che ad un certo punto divenne veramente sincero. Quando ebbi finito di scrivere non si trattava più di odio, era qualcosa che stava dicendo loro che non sapevano quanto erano stati fortunati. Vendetta è la parola migliore. Non l’avevo mai pensata come una canzone, fino a quando un giorno mi ritrovai seduto al pianoforte, con davanti un foglio di carta dove c’erano scritte delle parole che cantavo: “Come ci si sente?” In un ritmo al rallentatore, quasi fosse un eco.”
Dylan definì la creazione della canzone come una svolta decisiva sia per la sua carriera sia per la sua vita, disse che si trovò a scrivere questo lungo “pezzo di vomito” dal quale tirò fuori “Like A Rolling Stone” e ne fece un singolo. “Non avevo mai scritto niente di simile prima d’ora e subito intesi che era ciò che dovevo fare. Appena finita capii che non erano i romanzi o le poesie ciò che volevo scrivere. Voglio scrivere canzoni. Tutto l’odio che si portava dentro, anziché tenerlo per se, lo grida al mondo intero, tramutandolo in un capolavoro. Spesso è proprio dalle situazioni più drammatiche che nascono le cose più incredibili.
“Una volta eri solita vestirti in modo molto carino il tuo fondo schiena è stata una parte molto apprezzata nei suoi tempi migliori, non è vero? le persone ti hanno chiamata, dicendo “Attenzione bambola, stai per arrivare al tramonto” Tu credevi che si prendessero gioco di te ci ridevi su ognuno che si lasciava andare ora non parli a voce così alta ora non sembri così orgogliosa di dover scroccare il tuo prossimo pasto
Come ci si sente come ci si sente a non avere una casa come un completo sconosciuto come un vagabondo (‘pietra rotolante’)?
Tu hai frequentato tutte le scuole più raffinate, Signorina Solitaria Ma sai che l’hai fatto solo per sentirti elettrizzata e nessuno ti ha mai insegnato come vivere in strada ed ora scopri che devi abituarti alla situazione hai detto che non sei mai scesa a compromessi con il misterioso vagabondo, ma ora comprendi che non ti sta concedendo alcun alibi mentre tu guardi nel vuoto dei suoi occhi e gli chiedi ‘vuoi fare un affare’?
non ti sei mai guardata intorno per vedere le espressioni accigliate sulle facce dei giocolieri e dei clown quando ritornavano alla realtà e ti facevano gli scherzi non hai mai capito che non era una cosa positiva non hai mai lasciato che altre persone si prendessero i calci destinati a te eri abituata ad andare a spasso sul cavallo cromato con il tuo diplomatico che portava sulla sua spalla un gatto siamese non è difficile scoprire che lui non è dove ha detto che sarebbe stato dopo che ha ottenuto da te tutto ciò che poteva rubarti
Come ci si sente…
La principessa sul trono e tutte le persone carine stanno bevendo, pensando che è merito loro se ci si scambia cose preziose e doni ma è meglio che tu sollevi il tuo anello di diamanti, e che lo mostri come garanzia eri abituata ad essere così divertita al Napoleon indossavi abiti logori ed il linguaggio che lui ha usato… va da lui ora, ti chiama, non puoi rifiutarti quando tu non hai nulla, non hai nulla da perdere sei invisibile ora, non hai più segreti da nascondere
Come ci si sente…”
Non voglio star qui a raccontarvi la genesi del brano o a cercare di trovare la spiegazione più azzeccata, prima di tutto non ho voglia e poi sono stati scritti fior fior di libri a riguardo, quello che voglio è dirvi l’effetto che questo brano ha suscitato in me e che ancora oggi si ripete. La canzone di Bob Dylan ha aperto una voragine, ha fatto venir fuori un desiderio di riempire questo vuoto ricercando nella musica una bellezza di tale portata.