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GIRLS IN PEACETIME WANT TO DANCE

3.5 7

Devo dire che sto giro i Belle and Sebastian (B&S) mi hanno veramente stupito. Si era parlato un disco decisamente orientato verso la musica elettronica, il primo estratto ne aveva già dato la conferma, ma dopo averlo ascoltato nel suo complesso ogni dubbio è stato spazzato via: i docili sognatori di Glasgow si sono avventurati in un mondo strano e a loro alieno. Avrà lieto fine questo viaggio? Beh, non ve lo dico ora, andiamo passo per passo.

The Party Line, il primo singolo pubblicato, è in tutto e per tutto una hit elettronica anni ’80. Sintetizzatori travolgenti, un ritornello ipnotico ed un beat che che nulla ha da invidiare ai classici synthpop ed electrodance. Si ascolta senza problemi anche se a mio parere poteva durare anche un minuto in meno, il martellamento finale risulta un po’ insistente; però nel complesso canzone promossa!

Ma GIPWTD – oltre a suonare come un classico disco dal piglio pop targato B&S, questa volta dotato di un maggiore potenziale intrinseco che potrebbe spingerlo fin dove nessun altro album della band scozzese ha mai osato – è anche e soprattutto un album attuale e politico, all’interno del quale Murdoch ha voluto ritrarre sogni suburbani, ansie, speranze e drammi, immaginando di dar voce a una giovane ragazza, la Allie che dà il titolo alla seconda traccia del disco (brano rockeggiante che Noel Gallagher vorrebbe scrivere da una vita) e che incontriamo mentre cammina sotto la pioggia in The Book of You, seduta a riflettere sull’ipocrisia della politica in The Cat with the Cream e nella bucolica traccia conclusiva Today (Army’s for Peace)”. 

L’inizio di Enter Sylvia Plath è un qualcosa di veramente inascoltabile. Sembra una canzone uscita male di Sandy Marton, ma fortunatamente viene salvata dalla voce femminile che si unisce a quella di Murdoch, una cavalcata elettronica e cristallina che ha del fantascientifico, The Cat With The Cream, Ever Had a Little Faith? e Today (This Army’s For Peace) sono invece ballate delicate e morbide che ci riportano i vecchi B&S. Stewart Murdoch interpreta alla grande il suo ruolo di sognivendolo cantante. Ma GIPWTD regala anche del piacevolissimo funky: Perfect Couples & Piggy In The Middle ne sono due esempi. Questo è un altro segnale di come gli “ormai non più ragazzi di Glasgow” siano arrivati ad una maturazione artistica veramente notevole, eclettici e propensi al rischio al punto giusto. Arriviamo ai miei due pezzi preferiti. Il primo è Nobody’s Empire. Brano che trovo a dir poco bellissimo. Nulla ha di elettronico/dance; anzi, è una ballata cantata tutta d’un fiato che tiene alta l’attenzione, l’ascoltatore riesce a carpire tutte le parole e lo stato d’animo di che le canta, il cambiamento di tonalità che Stewart Murdoch da sul finire d’ogni parte. Le sonorità sono accompagnatrici piacevoli e i cinque minuti di canzone scorrono via in un batter d’occhio. Ma di cosa parla questa canzone? Lo stesso Murdoch dichiara: “uno dei brani più intimi che abbia mai scritto“; “mette a nudo per la prima volta la fatica della sua lotta con l’encefalomielite mialgica, la malattia che l’ha colpito quando era ancora ragazzo. È lo spunto per provare a tirare le somme della strada percorsa e di quella ancora da affrontare, per accorgersi della “rivoluzione tranquilla” del fare famiglia e della possibilità di affrontare la vita lasciandosi alle spalle anche le visioni più dolorose.

“And he told me to push and he made me feel well  And he told me to leave that vision of hell to the dying”

L’altro brano di cui sono diventato letteralmente dipendente è Play For Today. Lungo sonetto che vede protagonisti un ragazzo solitario e una ragazza amata da tutti, questi in un lungo “stream of consciousness” alla Joyce fanno i conti con i temi più scottanti della vita: l’amore, l’amicizia, la tristezza, il lavoro, il diventare grandi, e tanto altro. Tutto questo tenuto elegantemente assieme da un synth-pop che più dolce non si può. Che meraviglia il duetto di voci, che bella la voce di Dee Dee Penny, sette minuti che non vorresti finissero mai.

Tiriamo le somme: “Ragazze in tempo di pace vogliono ballare”. Il titolo dice tutto, siamo in un periodo storico dove la pace è veramente il concetto più lontano in assoluto, ma credo che questi 60 minuti di musica siano un buona occasione per ritrovarla (o comunque per rilassarsi un attimo); GIPWTD ti immerge in un mondo dove la voglia di buttarsi su di una pista da ballo e fare passi in pieno stile flashdance regna sovrana, ma non manca quel pizzico di malinconia che ti riporta con i piedi perterra.

I Belle and Sebastian hanno fatto quello che più cerco nella musica: mi hanno stupito.

                                   “Be popular, play pop and you will win my love”                                                    

            (The Everlasting Muse)

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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