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MARATHON

3.25 6.5
Spesso e volentieri le regioni scandinave sono ricordate più per le sfornate invasive di band metal invece che per altri talenti cristallini sorti come fiori in mezzo a tutto quel freddo pungente ed inospitale. Basti pensare a mostri sacri come ABBA e Roxette che non poco hanno fatto sognare generazioni di 70’s e 80’s, fino ad arrivare ai più recenti Kings Of Conveniece e First Aid Kit.

È proprio sulla scia di questi due nomi che si colloca la band di cui voglio parlare. I Francis nascono nel 2006 in Svezia, precisamente a Mora. La prima parte della loro carriera si sviluppa all’interno della scena DIY (Do It Yourself) locale. Qui si cimentano in reinterpretazioni punk di classici folk americani. Ben presto il nome Francis si diffonde nel particolarissimo underground musicale nordico e, qualche anno dopo, la band fa il suo ingresso nel mondo più vasto dell’indie scandinavo. È il 2011 quando esce il loro primo album autoprodotto: Lekomberg, We Were Kin , realizzato solo in Svezia.

Passano cinque anni decisivi per questo quintetto che cambia forma e stile, della formazione iniziale rimangono solo Petra Mases – voce – (e che voce) e Petter Nygårdh – batteria- , mentre si aggiungono Jerker Krumlinde – chitarra -, Paulina Mellkvist – basso – e Oskar Bond – tastiere -. Arriviamo all’album. La prima volta che ho ascoltato Marathon sono rimasto annebbiato, si annebbiato è la parola giusta; ma parlo di un piacevole annebbiamento, quella sensazione che rimane dopo aver fatto un lungo viaggio e quel che resta sono solo ricordi sbiaditi di paesaggi passati nei finestrini.
 
Un viaggio tra i luoghi mistici e incantati della Svezia dove vengono evocate immagini poetiche-naturalistiche come  “The snow looks at peace when it falls” , bellissima è la strumentale Winter Winds che, con il suo beat profondo, trasporta l’ascoltatore nei freddi e grigi landscape scandinavi. Dal punto di vista musicale il lavoro dei Francis è abbastanza basilare, tutto gira attorno ad una chitarra arpeggiante, una fredda batteria e una tastiera spaziale che crea tappeti sonori di sottofondo. Non stufa ma non esalta neanche, forse questo l’unico tasto dolente dell’intero lavoro. 
Da sottolineare è il crescendo finale di Howl che con il gioco di batteria / cori / chitarra e voce crea atmosfere che mischiano un dream pop sognante ad un qualcosa di più malinconico in stile The National di Boxer.
 
FRANCIS-MARATHON
 
Sul sito della band si può leggere come l’album tratti anche di temi attuali e politici: “Every song is basically about children, divorce or love. But there is also a political side of it. We are all affected by the xenophobia that is going on in Europe. The title track, “Marathon,” is about red hearts, wanting to fight for something and naively hoping for something better. Hope for future generation’s benevolence to continue to fight for justice and gender equality. And love, simply, or lack thereof, and the frustration that comes with it.”
Questi temi sono presenti ma non in maniera così palese come questa dichiarazione sembra voler dire, nella opening track si trova “And we burn all the bridges to our neighbours” mentre in Holy abbiamo “We’ll break the ugly borders, one day, let it all fall apart”;  rimane comunque una chiave d’ascolto interessante da intraprendere.

Il gioiellino è la closing track, Follow Me Home, qui l’animo più “Stevienicksiano” di Petra viene fuori regalando all’ascoltatore cinque minuti di pura meraviglia.

Il disco scorre fluido e le capacità vocali di Petra la fanno da padrone. Il tutto lo potrei descrivere così: Stevie Nicks dei Fleetwoood Mac incontra Jamie XX e decidono di fondersi in un mix che più etereo non si può. Se la vostra intenzione è quella di staccare tutto e perdervi per una cinquantina di minuti in un mondo freddo e malinconico quest’album è ciò che fa per voi.
 
Tracce consigliate: Howl, Holy e Follow Me Home.
 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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