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MECHANICS

3.85 7.7

Mi chiamo Jolly Mare, faccio il DJ e la mia missione è quella di far ballare l’Italia (e non solo). Ecco questo è un po’ come mi immagino la frase di presentazione nel curriculum di Fabrizio Martina, in arte appunto Jolly Mare,  ingegnere meccanico laureato al politecnico e dottorato in Dinamica delle Vibrazioni, ma predestinato alla musica.

Mechanics è il nome del suo esordio discografico, un’esplosione di elettronica intrecciata ad un groove meccanico, il tutto sorretto dall’immensa forza dell’amore, filo conduttore, seppur nascosto, dell’album . Lo introduce così Fabrizio:

“L’era del digitale ha generato una certa confusione tra i concetti di ritmo e quello di groove: si pensi ad una palla che rimbalza sul pavimento, in assenza di gravità ed attrito, questa potrebbe andare avanti per sempre. Una ritmica messa in loop in una DAW può essere ripetuta all’infinito generando nient’altro che alienazione in chi ascolta. Ma l’entrata in scena di forze nascoste introduce una nuova vita: la palla rimbalza sempre meno ad ogni ripetizione, la cinematica si trasforma in meccanica e così la batteria suonata da un vero batterista trasmette qualcosa di diverso ad ogni battuta, perché sempre diversa, sempre nuova. Il ritmo diventa groove.
Succede la stessa cosa nella relazione tra uomo e donna: l’amore dà il significato a qualcosa che senza di esso sarebbe sterile e impersonale.”

Le prime due tracce, HUN e HUNGRY ANGRY, sono vividi esempi di un funky elettronico che si unisce in maniera naturale a quella dance che Jolly Mare tanto ama. Sono brani che riescono a creare atmosfere di un tempo ormai andato, il tempo della l’italo-disco degli anni ottanta. Sono brani che portano con se una leggera nostalgia, brani completamente strumentali, dove campionatori uniti a strumenti realmente suonati portano l’ascoltatore su dance floor di altri tempi. Pezzi ipnotici e curati nel minimo dettaglio.

Il brano simbolo di questa riscossa anni ’80 è HOTEL RIVIERA, forse unica canzone pop (nel senso della parola) dell’intero disco. Qui il sound di Jolly Mare si unisce alla voce Lucia Manca che più Loredana Bertè non si può. Il risultato è spettacolare. Tutto il brano è una continua citazione di pezzi storici, Fabrizio li prende e li manipola a suo piacimento: l’inizio è un tributo a Morricone, che viene riproposto altre volte nel proseguo della canzone. Poi c’è l’effetto Floydiano di Have A Cigar, ripreso qui in maniera azzeccatissima. Tutti indizi che fanno intuire le grandi capacità compositive e creative di Jolly Mare. 

Riprendo ancora: 

La sua musica è una riedizione 2016 della italian disco in voga negli anni Ottanta, lui cita i Change, la Peter Jacques Band, Kano, “ma anche i Goblin mi piacciono molto”. Nel suo caso però nel crogiuolo sono finiti anche Kraftwerk e Tangerine Jolly Mare Dream, il soul americano, persino tracce evidenti di cantautorato italiano.
La  passione musicale scoppia presto, una chitarra regalata a dodici anni, diversi gruppi rock, persino black metal. “Ma musicalmente sono molto più giovane, appena due anni”, dice lui, come se l’inizio della sua attività nell’elettronica fosse l’apertura di un capitolo inedito, un’altra cosa. “Ho sempre avuto il ruolo del dj nelle feste, nel 2010 ho anche vinto il Campionato italiano di scratch, ma la svolta è arrivata dopo la laurea, quando ho approfondito la produzione musicale acquistando un computer serio per fare musica, con discreta potenza di calcolo, e una “workstation” sulla quale sono nati i miei primi pezzi. Li ho pubblicati sulla mia pagina Soundcloud e lì sono arrivate le prime proposte da diverse etichette”.

“Musicalmente è come se mi fossi fermato al 1988 e poi avessi fatto un salto dritto nel 2014. Confesso che certe nuove cose non le capisco. Però so che puoi considerarti davvero un artista quando accetti ciò che sei. Imitare gli altri non ha mai reso grande nessuno”.

In conclusione si può dire che Mechanics è la riprova che in Italia sta succedendo qualcosa, qualcosa si muove. La musica italiana non è morta, anzi è in mano a giovani che pian piano si stanno facendo vedere e soprattutto SENTIRE.

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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