Skip to main content

MELODRAMA

4.5 9

“Ascoltare le tue canzoni è come sentire il futuro della musica”

David Bowie

Ok, se queste parole dette dal Duca Bianco all’epoca potevano sembrare un po’ uno “sparare in alto“, ora, dopo l’uscita del secondo (maestoso) sophomore di Lorde, quelle parole sembrano più che mai veritiere e profetiche (poi oh le ha dette Bowie).

Facciamo un brevissimo recap:

Cosa cerchiamo nella musica? Cerchiamo continuamente di rivivere e ritrovare quella strana emozione che non sappiamo ben spiegare, quel groppo alla gola, buco nello stomaco, pelle d’oca, chiamatela come volete, che si prova quando si finisce di ascoltare un qualcosa di non comune. Non sono tante le canzoni/album/artisti in grado di far scaturire questa reazione psico-motoria-espressiva ma, quando succede, non si torna più indietro ed è li che ti rendi conto del perchè sarebbe impensabile un mondo senza la musica.

Ecco, tutto questo “pippone” solo per dirvi che Lorde, con il suo nuovo album, Melodrama, è riuscita a fare un qualcosa di memorabile, di emotivamente prepotente e dirompente, un qualcosa che tanti aspettavano ma che soprattutto di cui tanti avevano bisogno.

È ormai appurato il fatto che Lorde ha sfondato nel mondo della musica pop a livello mondiale, il suo è un talento cristallino che già all’epoca del primo album era ben chiaro a tutti. Con Pure Heroin ha vinto tanti premi, è stata acclamata dalla critica e apprezzata anche dai più scettici, tutto questo all’età di 16 anni, SEDICI ANNI.

Ad un’età del genere gestire un così fulmineo successo non credo sia stata cosa semplice; il fatto di essere diventata un personaggio popular, il rischio di non potersi ripetere e rimanere schiacciata da tutta quell’improvvisa notorietà, era concreto e reale. Ma non per Lorde. La giovane neozelandese si riprende la sua vita da adolescente fatta di semplice quotidianità e riesce così a metabolizzare il tutto, riordinare le idee per poi tornare al mondo “pubblico” in una nuova veste, molto più matura seppur ancora giovanissima.

Lorde

Melodrama è quindi il disco della consacrazione definitiva.

L’album racconta la normale vita di una giovane ragazza, mettendo in luce le gioie, le delusioni, le conquiste e le difficoltà che solo quel particolare periodo è in grado di dare; ma questo racconto viene fatto con una maturità impressionante.

Green Light è il primo singolo uscito e subito si capisce di che pasta è fatta la nuova Lorde: sonorità dritte ed avvolgenti. Dopo un inizio un po’ sommesso, il brano cambia decisamente ritmo e c’è spazio per la festa vera e propria. Si, si parla della fine di un amore, ma il tutto è finalmente superato e lasciato alle spalle; il cambio di tempo lo esprime benissimo.

“‘Cause honey I’ll come get my things, but I can’t let go”

Melodrama riesce veramente a spaziare tra i generi e le epoche musicali: dalla dance all’R&B, dall’elettronica al Soul, con uno sfondo di Pop spudorato che rende il tutto universalmente accessibile. Sober è un pezzo introverso e carico di liriche, Writer In The Dark è invece prova della sconcertante capacità vocale della cantante neozelandese.

Racconta Lorde sulla genesi del brano:

“It was weird, I woke up in the middle of the night and was lying next to someone. And I wrote it down on my phone and I was like, ‘Oh God, I feel so naughty writing this!’ While somebody’s sleeping, like an evil witch. But I really love that song. I feel like it’s such a cool, painful moment in the record”. 

Lorde

Liability è un qualcosa di nuovo per Lorde, una ballad che poggia sul pianoforte, lenta ma avvolgente e, ancora una volta, stupendamente perfetta. Hard Feelings/Loveless è forse uno dei brani che preferisco; di nuovo si parla di un rapporto amoroso interrotto:

“Three years, loved you every single day, made me weak, it was real for me, yup, real for me
Now I’ll fake it every single day ‘til I don’t need fantasy, ‘til I feel you leave
But I still remember everything, how we’d drift buying groceries, how you’d dance for me” 

Per poi culminare nella cruda e forte presa di coscienza di Loveless:

“We’re L.O.V.E.L.E.S.S
Generation
L.O.V.E.L.E.S.S. (look out, lovers)
Generation
All fuckin’ with our lover’s heads
Generation (look out, lovers)”

Supercut è il grande colpo finale che alza l’asticella ancora più in alto. Riporta l’ascoltatore verso una dimensione più dance e ballabile, Lorde spara diamanti cristallini fatti di cassa dritta e synth vitrei che accompagnano la sua voce sempre più stupefacente.

Riassumo il tutto così:

“We were wild and fluorescent, come home to my heart, uh”

Si, dopo aver ascoltato Melodrama è impossibile non sentirsi fluorescenti. Lorde, nostra amata, grazie per averci fatto entrare un po’ tutti nel tuo cuore.

Scelte da noi per voi: Tutte

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *