MICROCLIMATE
Microclimate è il terzo vero e proprio album del compositore italiano Mauro Remiddi, che, celandosi sotto il nome di Porcelain Raft, è riuscito ancora una volta a dare vita a disco che nella sua semplicità è in grado di evocare e trasmettere sensazioni a dir poco sognanti.
Microclimate è un album che tocca tanti generi, parte da quello che in questo preciso periodo musicale va per la maggiore, ovvero il dream pop fatto di riverberi di chitarre, echi elettronici e drum machine, fino ad arrivare allo shoagaze e, in qualche traccia, si possono trovare echi lontani che ricordano il Brian Eno dei tempi migliori. Ed è in questo contesto che si trova Distant Shore, brano di un’immediata bellezza ed orecchiabilità, per poi passare al pianoforte sognante e nostalgico di Rollin Over fino ad arrivare alla conclusiva A Fever That I Know che, grazie ad un beating palpitante, porta l’ascoltatore verso luoghi incantati. Tutto l’album poggia su di una struttura celestiale fatta di passaggi sintetizzati, pianoforti, drum machine ed echi di chitarre lontane, il tutto accompagnato dalla nostalgica voce di Mauro.
Microclimate è un lavoro che nel suo complesso traspira serenità e pace, nonostante alcuni passaggi musicali più forti e angoscianti come in Accelerating Curve ed alcuni più tristi come in Zero Frame Per Second.
Questa serenità è riconfermata dalle stesse parole di Mauro:
“All’improvviso, con questo nuovo album, ci sono.” – “Per me il disco inizia con la natura, ma poi finisce nel posto in cui mi ritrovo sempre: i vividi sogni che ho” – “Sembra come l’ultimo capitolo di un viaggio. Non so cosa farò in futuro, non è importante. Per ora, sento che è un cerchio si è chiuso.”
Microclimate è un disco completo, colmo di talento e di maturità artistica. Se amate gli M83, gli XX e compagnia bella questo disco fa per voi, e lasciatemelo dire: Mauro Remiddi non ha nulla da invidiare ai suoi colleghi più blasonati. Anzi.