TITOLO ORIGINALE: Hable con Ella
PRODUZIONE: Spagna
GENERE: Drammatico
DURATA: 112’
SCENEGGIATURA: Pedro Almodovar
INTERPRETI PRINCIPALI: Javier Cámara, Leonor Watling, Darío Grandinetti, Rosario Flores, Geraldine Chaplin
Benigno è un infermiere che si prende cura da ben quattro anni di Alicia, una ballerina entrata in coma a causa di un incidente stradale. Nello stesso ospedale li raggiungeranno presto anche Lydia, una torera ridotta a sua volta allo stato comatoso, e Marco, il suo fidanzato.
Nella clinica El Bosque si è costruito un rapporto umano, forse agli occhi del mondo insolito, tra Benigno (di nome e di fatto) e Alicia, donna ridotta allo stato vegetativo.
Lui non è solo un infermiere ma bensì la rappresentazione metaforica del dono di sé di cui a volte solo l’uomo è capace. Quel donarsi all’altro così totalmente che può trasformarsi, anche se sempre con tenerezza, in una forma di possesso estremo e addirittura di violenza.
Quotidianamente Benigno protegge, preserva e custodisce la bellezza di questa donna, lavandola e coccolandola, ma soprattutto parlando con lei, perché pienamente consapevole del fatto che la donna è viva. Lui è saldo nella speranza che forse, un giorno, Alicia si sveglierà dal coma.
Nella stessa clinica arriva un’altra coppia. Lydia e Marco, quasi a voler mostrare che la forza e la coscienza di Benigno non è di tutti. Marco, infatti, si ritrova attonito e distrutto da un senso d’impotenza di fronte al corpo inerme della sua fidanza, prima così forte, tenace e combattiva ed ora immobile su un letto di ospedale.
Marco non riesce a parlare con lei.
Inizia così un rapporto di profonda amicizia, virile e tenera allo stesso tempo, tra i due uomini. Marco guarda con un’invidia ammirevole Benigno non capendo fino in fondo perché lui si prende cura in quel modo della sua donna. Nelle lunghe giornate passate insieme e nella condivisione totale di questo dramma, tra i due si costituisce così un legame grande, gratuito e indissolubile.
In una libertà creativa senza freni – è infatti inserito nel film addirittura un cortometraggio muto in bianco e nero – Almodovar, riesce a creare un miscuglio d’ironia e cinismo, di eleganza e volgarità, di carità divina e violenza umana, che ti fa percepire la dicotomia della nostra esistenza fatta si di gioia ma anche di dolore, tangibile soprattutto nell’intervento musicale raffinato e malinconico di Caetano Veloso in una interpretazione sublime di Cucurrucucu Paloma.
Iniziato con l’apertura di un sipario teatrale e concluso con la sua conseguente chiusura, Parla con lei è molto più che una semplice indagine sull’universo dell’uomo, è una vera e propria esplorazione dell’esistenza così drammaticamente imperfetta da sembrare una vera e propria opera d’arte.
Un affresco anzi un intreccio di storie in un tumulto di sentimenti che si giocano costantemente in una vertigine che sembra essere incolmabile.
Gioia e dolore, amore e sofferenza, amicizia e solitudine, speranza e impotenza, stupore e disperazione, sacrificio ed egoismo, follia e ragionevolezza.
Molto più di un film che, pur raccontando la potenza della parola, mi ha pervaso di silenzio.