Produzione: USA – Francia
Genere: Road Movie
Durata: 111 minuti
Regia: David Lynch
Sceneggiatura: David Lynch, Mary Sweeney, John Roach
Interpreti principali: Richard Farnsworth, Sissy Spacek, Harry Dean Stanton
Un uomo anziano di nome Alvin Straight, venuto a sapere che il fratello Lyle, che non vede da circa una ventina d’anni, ha avuto un infarto, decide di andare a trovarlo. Il vecchio agricoltore affronterà così il viaggio di una vita attraversando l’America dallo Iowa al Winsconsin a bordo di un tagliaerba.
317 miglia di attesa, di speranza, di sacrificio, di sofferenza, di perdono, di confessione, di pace.
317 miglia di albe e tramonti, di cieli stellati, di campi di grano, di strade infinitamente rettilinee.
317 miglia di incontri, di volti, di circostanze, di eventi.
317 miglia di silenzio.
Una storia vera è per definizione un “road movie”. Da questo punto di vista il magistrale David Lynch non stupisce, anzi si attiene fedelmente a questo genere cinematografico: il protagonista decide di intraprendere un viaggio durante il quale, prima di arrivare a destinazione, farà una serie di incontri fondamentali.
Ciò invece che stupisce, e anche parecchio, è l’incredibile trovata di far percorrere a un uomo di più di 80 anni, che ormai la vita l’ha vissuta, un viaggio su un tosaerba (GENIO!).
Stupisce la figura di quest’uomo che pur avendo perso la moglie 11 anni prima, aver visto nascere 14 figli e morirne 7, che vive con una figlia di nome Rose che gli altri considerano ritardata, non ha perso negli anni né lo stupore verso il creato né quella grande umanità che gli fa guardare così profondamente ogni persona che incontra sul suo percorso.
Un film che nella sua raffinata ironia e semplicità ̶ e anche nella sua lentezza, questo è da dire ̶ dà la prospettiva del cammino della vita e mentre lo guardi tu, spettatore, ti sposti con il vecchio Alvin, su quello sgangherato tosaerba, facendoti riscoprire, passo per passo, un legame tra la natura, le cose e le persone che sa di eterno.
Alvin: “Guarda il cielo Rosy. Sembra tanto prezioso quando è così stellato”.
Matteo