Belfast Child è stata scritta in seguito al bombardamento di Enniskillen (Irlanda del Nord) del 1987 dove una bomba piazzata da alcuni esponenti dell’ IRA causò la morte di 11 persone e 63 feriti.
Il frontman dei Simple Minds, Jim Kerr, parlando a proposito del brano disse:
“in questa canzone ho cercato di mettermi nei panni di quei cittadini nord-irlandesi che hanno perso persone amate, non canto parole di speranza, ma canto di dolore e di tristezza; ho tante domande da fare”.
“Quando il mio amore mi disse
incontriamoci all’albero della forca
perchè ti porto cattive notizie
di questa vecchia città
e di tutto ciò che sta offrendo
alcuni dicono che i guai abbondano
tra poco distruggeranno questa vecchia città
un giorno torneremo qui
quando il Bambino di Belfast canterà ancorafratelli, sorelle, dove siete adesso?
mentre vi cerco fra la folla
ho trascorso qui tutta la mia vita
con la mia fede in Dio, nella Chiesa e nel Governo
ma c’è tristezza in abbondanza
tra poco distruggeranno questa vecchia cittàun giorno torneremo qui
quando il Bambino di Belfast canterà ancora
quando il Bambino di Belfast canterà ancoraquindi torna, Billy, non vuoi venire a casa?
torna Mary, sei stata via così a lungo
le strade sono vuote, e tua madre è andata via
le ragazze piangono, è passato così tanto tempo
e tuo padre sta chiamando, vieni a casa
non vuoi venire a casa? non vuoi venire a casa?tornate gente, ve ne siete andati per un pò
e la guerra infuria, nella isola Emerald
è carne e sangue amico, è carne e sangue
ogni ragazza piange ma non tutto è perdutole strade sono vuote, le strade sono fredde
non vuoi venire a casa? non vuoi venire a casa?le strade sono vuote, la vita va avanti
un giorno torneremo qui
quando il Bambino di Belfast canterà ancora”
La canzone è un vero e proprio crescendo, dopo una prima parte di vera e propria sofferenza, si arriva ad una seconda dove questo dolore e queste domande vengono fuori in maniera dirompente; la batteria nuda e cruda introduce la secca e imponente voce di Kerr che diventa un grido speranzoso. Bisogna avere un po’ di pazienza nell’ascoltarla, ma la seconda parte ripaga la fatica:
Ero solito ascoltare questa canzone durante il mio periodo oltre oceano, nei momenti di solitudine (non pochi), mi rincuoravo nell’ascoltare le ultime strofe:
“…le strade sono vuote, le strade sono fredde
non vuoi venire a casa? non vuoi venire a casa?
le strade sono vuote, la vita va avanti
un giorno torneremo qui…”
Dedico questa canzone a tutti coloro che sono lontani da casa, chi per studio, chi per lavoro, chi perchè non ha più una casa.