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Van Morrison

DWELLER ON THE THRESHOLD (Van Morrison 1981)

C’è un uomo sulla soglia della propria casa
sta aspettando, lì, sulla porta, al buio
ma non vuole più aspettare.
Di chi sia simbolicamente la soglia di questa casa e a chi si rivolga Van Morrison quando chiede “Lift me up consume my darkness” io non lo so.

A me piace pensare che una sera tornato a casa, sia rimasto chiuso fuori (perchè aveva perso le chiavi o chenesò!) e allora magari mentre era lì, solo, al buio, abbia avuto un bel lampo di genio per un testo che aveva tutti i presupposti per essere piuttosto significativo e profondo.
In effetti crea un’immagine forte e pone una riflessione molto personale e allo stesso tempo così comune e quotidiana. Sentirsi come degli eterni “Dweller On The Threshold” e non volerlo essere.

Per quello che ho capito sembra che Van stia anche cercando una sorta di redenzione:

“I have seen without perceiving
I have been another man
Let me pierce the realm of glamour
So I know just what I am”

Lui non vuole più essere come era. C’è l’acqua, la purificazione, e poi finalmente esce dall’oscurità.

A parte tutto ciò la musica che completa questo testo meraviglioso sembra avere vita propria. Se l’ascoltate camminando, magari se siete un po’ di corsa (o se come me anche se non lo siete camminate veloce) allora sentirete che ha un cuore e che va di fretta. E’ il cuore inquieto di quell’uomo che sta sulla soglia.

Chiara

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