Una versione dal vivo veramente spettacolare, però la domanda vera è: che minchia di strumento è quello che suona il tipo verso metà brano? Nello stacco lento della canzone. Chi lo sa me lo faccia sapere, perchè mi fa impazzire; è tipo uno specie di zufolo.
Questa canzone mi riporta indietro nel tempo, fu mia madre che mi fece scoprire “Fiume Sand Creek”. Da piccolo impazzivo per i cowboy e gli indiani e mi ricordo che quando questo brano passava alla radio, mia mamma mi chiamava e mi diceva di ascoltarla attentamente perchè raccontava di una vera e propria storia di battaglie e sparatorie.
Così mi sedevo in cucina ed ascoltavo questa musica venir fuori da una sgangherata radio; oggettivamente non capivo una fava del testo ma il ritmo mi prendeva.
Solo in seguito ho scoperto la drammaticità e la bellezza di questa canzone. De Andrè racconta di un reale massacro di pellerossa, avvenuto il 29 novembre 1864, quando alcune truppe della milizia del Colorado, comandate dal colonnello John Chivington, attaccarono un villaggio di Cheyenne e Arapaho, massacrando molte donne e bambini.
Il testo è di una bellezza poetica disarmante; vi sono delle frasi che mi sono rimaste stampate nella testa, riesce a descrivere delle immagini magari normali in un modo quasi soprannaturale.
“Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale
c’è un dollaro d’argento sul fondo del Sand Creek.
I nostri guerrieri troppo lontani sulla pista del bisonte
e quella musica distante diventò sempre più forte
chiusi gli occhi per tre volte
mi ritrovai ancora lì
chiesi a mio nonno è solo un sogno
mio nonno disse sì
a volte i pesci cantano sul fondo del Sand Creek
Sognai talmente forte che mi uscì il sangue dal naso
il lampo in un orecchio nell’altro il paradiso
le lacrime più piccole
le lacrime più grosse
quando l’albero della neve
fiorì di stelle rosse
ora i bambini dormono nel letto del Sand Creek
Quando il sole alzò la testa tra le spalle della notte
c’erano solo cani e fumo e tende capovolte
tirai una freccia in cielo
per farlo respirare
tirai una freccia al vento
per farlo sanguinare
la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek
Si son presi il nostro cuore sotto una coperta scura
sotto una luna morta piccola dormivamo senza paura
fu un generale di vent’anni
occhi turchini e giacca uguale
fu un generale di vent’anni
figlio d’un temporale
ora i bambini dormono sul fondo del Sand Creek”
La strage è raccontata attraverso gli occhi di un bambino, quello che più mi colpisce sono le immagini che De Andrè racconta e riesce a rendere reali grazie alla musicalità quasi “cavalleresca” e “battagliera” unita ad una voce profonda e sincera.
Ad ogni ascolto ritorno piccolo, ritorno a giocare con indiani e cowboy.
“Tirai una freccia in cielo per farlo respirare, tirai una freccia al vento per farlo sanguinare, la terza freccia cercala sul fondo del Sand Creek”
Buon ascolto,
Mario