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LA MIA CASA IN DUE CANZONI: HOUSE WHERE NOBODY LIVES (Tom Waits 1999), HOUSE OF FIRE (Alice Cooper, 1989)

Quante sono le canzoni che parlano della casa! E non solo di “home”, intesa come patria, reale o come luogo ideale da raggiungere, ma proprio di “house”, di un luogo concreto, fatto di mura, porte, finestre… di un edificio, insomma, in cui quotidianamente, spesso senza farci caso, consumiamo la nostra esistenza.

C’è -tanto per citare le prime che mi passano per la testa- la casa senza porta dei Van Der Graaf Generator; la magione sulla collina di springsteeniana memoria; quella del sole nascente, da cui è meglio stare alla larga, o la vecchia soffitta vicino al mare, in cui Gino Paoli trasferisce tutta la spensieratezza dei suoi anni più verdi.

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Ma proviamo a pensare alla nostra, di casa: se dovessimo scegliere una o più canzoni per descriverne l’atmosfera, per cercare di spiegare ciò che esse sono per noi, quali sceglieremmo?

Io ci ho pensato e ne ho scelte due, molto diverse tra loro: House where nobody lives di Tom Waits e House of fire di Alice Cooper.

Nella prima, con una semplicità straordinaria (che quando è vera non è mai banale), Tom Waits esclama: “senza amore questa non è altro che una casa, una casa dove non vive nessuno”.

So if you find someone
Someone to have, someone to hold
Don’t trade it for silver
Don’t trade it for gold
I have all of life’s treasures
And they are fine and they are good
They remind me that houses
Are just made of wood
What makes a house grand
Ain’t the roof or the doors
If there’s love in a house
It’s a palace for sure
Without love…
It ain’t nothin but a house
A house where nobody lives

Ho già scritto, in un mio articolo precedente, di ciò che rende una casa viva e non fredda, arida come una foglia secca pronta ad essere spazzata via dal vento, ma alla forza di tali versi non occorre aggiungere alcun commento.

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La seconda, invece, forse ha bisogno di qualche parolina in più.

La prima volta che ho sentito questo pezzo ne son rimasto folgorato. Come un eroe chestertoniano mi è venuta voglia di avere un’insegna da sventolare fuori dalla mia porta, cantando: “Building a house of fire, baby / Buildin’it with our love / We are buildin’a house of fire every time we touch”.

Come nella prima canzone, si urla che è l’amore che costruisce una casa, un amore appassionato, sensuale, bruciante.

 

Don’t need a window to watch you, baby
Don’t need no roof overhead
Don’t need no key to unlock ya, baby
I’ll use my lovin’ instead

 

Qui, oltre all’erotismo spinto del testo, c’è una musica che evidentemente suona come un inno all’orgasmo che si prova nel gustarsi pienamente la vita, senza sconti né inibizioni. E questa cosa la si può fare solo in compagnia.

Se c’è una casa in cui vorrei abitare, quella è proprio la casa del fuoco.

Di seguito i video delle canzoni: il secondo è l’intero concerto di Alice Cooper al Wacken 2013 (per chi avesse tempo e voglia di guardare in azione uno dei più grandi frontman di tutti i tempi); House of fire inizia al minuto 3.30.

 

 

Spero che questo articolo non passi senza interrogarvi. Che canzone definisce la vostra casa? Pensateci su! La domanda è rivolta in particolare agli amici della redazione, ma in generale a tutti i lettori di www.intheflesh.it .

Buon ascolto!

Brian

Amo mangiare, bere, dormire e... Cosa mi distingue da un grosso orso? Pochi peli e l'amore per la musica. Genere preferito? Femminile, naturalmente! PS: sono marito, padre e professore, ma questa è un'altra storia...

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