Skip to main content
Sotto La Pioggia

LE RAGAZZE DI MONACO (Antonello Venditti 1982)

La roba pazzesca di Venditti è il suo modo di pronunciare la lettera A. Fateci caso, se io avessi la A di Venditti sarei nettamente più felice. Userei parole composte solo da quella lettera.

Antonello Venditti
Antonello Venditti

Dopo questa breve digressione linguistica, arriviamo a “Le Ragazze Di Monaco”.

La canzone è contenuta nell’album “Sotto La Pioggia” del 1982.

“Le ragazze di Monaco lucciole spente con il naso all’insù 
Cercano il sole tra le nuvole opache senza colore 
Si raccontano piano un amore italiano 
E poi mano nella mano si raccontano 
Che l’amore non è paura non è lasciarsi piano piano 
Che la sera non è più sera restare soli non è strano. 
Io non so più dire cosa sarà 
Questo amore dove ci porterà 
Solamente qui negli occhi tuoi 
C’è qualcosa che da sempre lo sai 
Da sempre mi manca. 
Le ragazze di Roma abbronzate ad ottobre volano leggere 
Sui loro amori dimenticati i cuori persi per la strada 
E se le vedi piangere, le vedi piangere è solo per un’ora 
E se ne vanno via ridendo come rondini a primavera 
Ma tutto questa adesso non mi fa più male adesso che 
Che l’amore non è paura non è lasciarsi piano piano 
Che la sera non è più sera restare soli non è strano. 
Io non so più dire cosa sarà 
Questo amore dove ci porterà 
Solamente qui negli occhi tuoi 
C’è ancora tanto da vedere lo sai ancora vedere”

A parte il testo che nella sua semplicità risulta essere stupendo, vi elenco due peculiarità da cogliere nell’ascoltare il brano:

Il punto fondamentale sta nel passaggio dalle ragazze di Monaco e quelle di Roma, Venditti quelle ragazze che volano leggere sui motorini per le vie di Roma riesce a fartele vedere sul serio; non c’è niente di incredibile, ma quel cambio di ritmo e di voce è stupendo.

Altro punto importante da cogliere sta nel pezzo in cui canta: Che l’amore non è (qua bisogna muovere la mano destra a tempo con il dito indice alzato, poi brevissima pausa)  paura non è (altro movimento a tempo della mano) lasciarsi piano piano (breve gesto a mo di direttore d’orchestra) poi si fa lo stesso nel pezzo dopo: che la sera non è più sera restare soli non è strano.

Se si ascolta senza seguire queste indicazioni la canzone non vale.

La prossima volta metterò il video in cui spiego i gesti, ho capito che anche la gestualità è fondamentale.

Basta sono le 2.27 e vado a dormire.

Buon ascolto!

Mario

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *