E’ il 25 Novembre del 1974, siamo a Birmingham e la signora Drake sta salendo le scale per andare a svegliare il figlio che era solito dormire fino a tardi.
Nick Drake viene ritrovato morto da sua madre a causa di un’eccessiva dose di un antidepressivo triciclico. Sul piatto dello stereo girava un disco dei Concerti Brandeburghesi di Bach e sul comodino una copia de Il Mito di Sisifo di Albert Camus.
«Non credo che Nick volesse uccidersi, credo che le cose siano andate più o meno così: Nick ha vuotato la boccetta di pillole nella sua mano e se le è messe in bocca dicendo a se stesso: Al diavolo, se muoio pace, se non muoio da domani sarà tutto diverso».
Nick Drake muore a 26 anni lasciandosi dietro tre album impregnati di una purezza espressiva disarmante; un cantautore, un ragazzo dal carattere schivo e introverso, capace di esprimere le sue sensazioni ed i suoi drammi solamente attraverso la musica.
Vi propongo Pink Moon, una poesia che dura poco più di due minuti, ma in questi due minuti riesce a toccare nel profondo: la dolcezza della voce e la leggerezza della chitarra acustica sono quasi surreali. Poi vi sono venti secondi di pianoforte che, come pioggia d’estate, rinfrescano e accarezzano la pelle.
“L’ho visto scritto e l’ho sentito dire
La luna rosa sta per venire
E voi non volate così alti
La luna rosa vi prenderà tutti
E’ una luna rosa
Sì, una luna rosa
Rosa, rosa, rosa, rosa, luna rosa
Rosa, rosa, rosa, rosa, luna rosa…”
Credo che con la sua musica straordinaria sia riuscito a fare del bene, a regalare al mondo un pezzo in più di bellezza, quella bellezza che lui stesso non è mai riuscito ad incontrare.
Buon ascolto e buona domenica,
Mario
