” A 12 anni ero rinchiuso in uno schifoso collegio dove mi riempivano la testa di stronzate. Poi sentii da una radio i Rolling Stones, e per me fu come vedere la strada per la liberazione”
(Joe Strummer)
Se uno non possiede tra i propri cd/vinili almeno una copia di “London Calling” allora significa che proprio non ha capito un cazzo. Non deve piacere, cioè, in realtà mi chiedo come possa non piacere; però voglio dire, è “London Calling”. E’ un’icona, l’immagine dello “sfascio della chitarra” non può mancare all’arredamento di un’abitazione.
Dopo questa invettiva vi propongo la canzone: Train In Vain, ghost track del suddetto album.
Canzone che mi porta indietro nel tempo, canzone che sono solito ascoltare dopo uno “strappo”: amici, amicizie, amiche, amache; no amache no.. canzone sull’addio e, generalizzando, sul non stare assieme:
“Dici di stare accanto al tuo uomo
Spiegami, non capisco
Dicevi di amarmi e quello è un fatto
E poi mi hai lasciato, dicendo di sentirti in trappola
Bene, certe cose non riesci a giustificarle
Ma da quel giorno ho il crepacuore
Non mi sei stata accanto
No, niente affatto
Non mi sei stata accanto
Per niente
Tutte le volte che stavamo insieme
Ecco che cosa ricorderò di più
Vedo franare tutti i miei sogni
Non posso essere felice senza averti vicina
Così solo, tengo a bada i lupi
E c’è una sola cosa che posso dire
Non mi sei stata accanto
No, niente affatto
Non mi sei stata accanto
Per niente
Devi spiegarmi perché deve essere così
Mentivi quando parlavi con me?
Mi sei stata accanto?
No, niente affatto
Adesso ho un lavoro ma non rende
Ho bisogno di nuovi vestiti
E di un posto dove stare
Ma posso cavarmela senza tutte queste cose Senza il tuo amore invece non ce la farò
Ma non capisci il mio punto di vista
Credo non ci sia nulla da fare
Devi spiegarmi perché deve essere così
Mentivi quando parlavi con me?
Mi sei stata accanto?”
Buon ascolto,
Mario