Magari qualcuno di voi una di queste sere ha dato un occhio al cielo, e avrà notato che luna impressionante c’è in queste notti per niente estive; ma anzi quasi invernali. Sta lì, appesa, piena e luminosa come non mai.
Io spesso mi fermo a guardarla per qualche istante e la prima cosa che mi vien da fare è canticchiare:
“Some may say I’m wishing my days away
No way and if it’s the price I pay
Some say tomorrow’s another day
You stay I may as well play”
Il ritornello di “Walking On The Moon” è perfetto, fischiettabile ed ipnotico al punto giusto, lo si può cantare a questa luna; ci si può lamentare con questa luna: vorrei riavere indietro i miei giorni… ma domani è un altro giorno.
Sting disse che aveva scritto la canzone mentre era ubriaco:
«Ero ubriaco in una camera d’albergo a Monaco di Baviera, crollato sul letto in preda ai fumi dell’alcool quando mi è venuto in mente questo riff. Mi sono alzato e messo a camminare per la stanza cantando: “Walking round the room, walking round the room (camminando per la stanza)”. Questo era tutto. Il mattino seguente mi sono ricordato cosa era successo e ho appuntato il riff. Ma “Walking round the room” era un titolo stupido, così ne ho pensato uno ancora più stupido che era “Walking on the moon”. »
Nella sua autobiografia, Sting allude al fatto che la canzone gli fu parzialmente ispirata da una sua vecchia fiamma:
«Deborah Anderson era la mia prima vera ragazza.. In quei primi periodi, tornare indietro da casa sua sarebbe successivamente diventato una canzone, poiché essere innamorati è come essere esenti dalla forza di gravità.»
Comunque sia, “Dillo Alla Luna”.
Buon ascolto,
Mario