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WHEN THE LEVEE BREAKS (Led Zeppelin, 1971)

Per festeggiare il mio venticinquesimo articolo voglio andare sul sicuro.

Stavo passeggiando per Gerenzano con il mio vecchio I-pod da 2 GIGA (roba da museo!), nel quale avevo caricato il best of degli W.A.S.P. –era da troppo tempo che non li riprendevo-. Tra bambini senza testa e amplessi animali ecco partire, inaspettatamente, un riff ipnotico, circondato dal suono delle armoniche. Non poteva essere una canzone di Blackie Lawless & co., anche se la loro cover non era niente male…

L’effetto sorpresa mi aveva confuso e la melodia rapito ma non mi ci volle molto per riconoscere “When the levee breaks” dei leggendari Led Zeppelin.

Cover di un vecchio brano blues firmato Memphis Minnie, “Quando l’argine cede” parla dello storico alluvione del ‘27, con conseguente esondazione del Mississipi.

Da sempre in linea con le atmosfere nere del vecchio blues “maledetto”, i Led Zeppelin han creato un sound unico nella storia del rock. Bianchi, e quindi rock, ma perseguitati dalla stessa inquietudine di Robert Johnson e dei suoi “fratelli”. Vicini al lato magico-voodoo dell’America del sud, son stati tra i primi a dare suono a momenti di trance mistica (o tossica, ma allora erano esperienze complementari).

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“When the levee breaks” nasce da un groove di batteria del gigante Bonham, entrato giustamente nella storia del rock (e non solo). Chitarre, basso e armonica suonano all’unisono in un incedere ripetitivo e, ripeto, ipnotico.

La prima volta che udii questo pezzo pensai mi stessero stregando.

Corsi a casa e cercai un loro album qualsiasi su CD ma mi ricordai di avere solo (molte) loro vecchie musicassette (someone still love you!). Volai allora a comprare “Mothership”, best of ufficiale, prodotto da Jimmy Page.

Lo so, non è proprio una mossa “da intenditori” ripiegare sui best of ma in tempo di crisi vale il principio della massima resa/minima spesa.

Sono giorni che non ascolto altro che Led Zeppelin; volevo condividere con voi questo momento.

Buon ascolto!

Brian

Amo mangiare, bere, dormire e... Cosa mi distingue da un grosso orso? Pochi peli e l'amore per la musica. Genere preferito? Femminile, naturalmente! PS: sono marito, padre e professore, ma questa è un'altra storia...

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