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YOU CAN’T ALWAYS GET WHAT YOU WANT (The Rolling Stones 1969)

Stavo rispolverando i vecchi vinili di mio padre ed ecco che la mia attenzione viene attratta da una vecchia ed ingiallita copertina. Era “Let It Bleed”.

Vi assicuro che ho provato un emozione pazzesca, ricordo che quando ero piccolo mio padre era solito ascoltare quest’album e soprattutto il brano di punta, ovvero “You Can’t Always Get What You Want”.

Io me ne stavo seduto in salotto ascoltando quelle parole incomprensibili e cercavo di ripetere il ritornello riproducendo dei versi che più o meno si avvicinassero a ciò che sentivo; e poi c’era quella copertina che per me sembrava magica. Era una roba assurda, ricordo che la guardavo quasi con venerazione, oggetto misterioso e ignoto.

La cover del vinile Let It Bleed, 1969
La cover del vinile Let It Bleed, 1969

Era solo un vinile, ma da quell’oggetto uscivano dei suoni; e per me rimane ancora una magia.

Uno dei brani più noti della band. Circolano molte leggende riguardanti la genesi della canzone; vi riporto la più veritiera:

Mick Jagger e Keith Richards erano in Indiana per un concerto alla “Ball State University” nel 1968. Mick ordinò una “cherry soda” a John Birkemeier, uno studente della “Ball State University” impiegato al bancone di un pub. Birkeimer disse a Mick che loro non avevano a disposizione le ciliegie per realizzare il cocktail. Mick non poteva crederci e allora il ragazzo rispose dicendo: “You Can’t Always Get What You Want”, dando ispirazione dunque per la realizzazione della canzone.

A supporto di questa tesi resta il fatto che ogni qualvolta i Rolling Stones si esibiscono in questa zona l’allora ragazzo, John Birkemeier riceve dei biglietti gratuiti per il concerto e una limousine pronta ad accompagnarlo.

Mick Jagger & Keith Richards durante un concerto
Mick Jagger & Keith Richards durante un concerto

Guardatevi questo video, e godetevi la gestualità di Mick. Quanto vorrei muovermi come lui! E ascoltate il pubblico che risponde in coro al ritornello; è da brividi.

Il brano è introdotto da un coro di voci angeliche, Jagger canta di delusione e rimpianto sullo sfondo di una chitarra acustica, alla quale si unisce una malinconica nota di  corno francese suonato da Al Kooper. La tematica della canzone è stata indicata come una metafora delle continue delusioni provocate dagli anni sessanta.

Comunque ogni volta che ascolto questo pezzo per sette minuti torno bambino.

“Non puoi sempre avere ciò che vuoi, ma se qualche volta ci provi, beh, potresti trovare…Proprio quello di cui hai bisogno”

Buon ascolto!

Mario

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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