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Be A Bear

Intervista: BE a BEAR

Finalmente siamo riusciti a scambiare due parole con Filippo Zironi, ovvero quello che va in giro per l’Italia con una maschera da orso e che, grazie alla sua musica “fatta con l’iPhone”, è riuscito a far muovere anche quelli più imballati.

Be a Bear è un progetto musicale semplice e senza tante pretese, una musica elettronica immediata e colma di serenità. Filippo è già uscito con un album, Push-e-Bah, e un EP, “Time EP” grazie ai quali ha suscitato interesse e consensi della stampa di settore.

“Con questo progetto, a differenza del passato, provo a far passare questa energia che ho dentro, provo a lasciare qualcosa, della positività ma anche far riflettere e sorridere. Ecco, c’è bisogno di sorridere di più ai giorni d’oggi…”

ITF: Parto con una domanda di geopolitica: sei di Bologna, crocevia importante per quanto riguarda la scena musicale italiana e inoltre città viva e stimolante, penso al clima universitario e così via. Bologna ha in qualche modo influito sul tuo percorso artistico?

BaB: Si sì, direi proprio di sì. Anche se poi alla fine avendo vissuto solo a Bologna non so come sarebbe stato crescere musicalmente in un’altra città! Sicuramente a Bologna c’è sempre stato e c’è un bel movimento culturale e quindi anche musicale. Alcuni anni sono stati magici, altri un po’ più bui ma credo che oggi non sia così male, ci sono un sacco di artisti giovani, nuovi ed interessanti che stanno crescendo e spaccando!!!

ITF: Con il progetto Be a Bear hai scelto un tipo di musica completamente diverso rispetto a quello che facevi prima (ho letto che suonavi punk); hai scelto l’elettronica, genere che tra l’altro sta tornando molto in questo periodo storico/musicale; c’è un motivo particolare di questa scelta?

BaB: L’esperienza con Le Braghe Corte è stata straordinaria e mi ha insegnato tantissime cose. Anche se facevmno ska-punk ho sempre avuto l’interesse e la curiosità per la musica elettronica e quindi, non avendo più un gruppo con cui suonare, ho deciso di “crearne uno”, lanciandomi in questo progetto solista.

Mi interessava molto anche mettermi alla prova, “spremermi” a livello musicale e vedere cosa ne sarebbe venuto fuori. E ho visto che le cose funzionavano e venivano fuori spontaneamente…

Be a bear

ITF: Rimanendo sempre in tema, non pensi che questo modo di fare musica (sia chiaro a me piace) stia snaturando un po’ la musica stessa? Nel senso, se io leggo “musica fatta interamente con iPhone” un po’ mi fa storcere il naso. 

BaB: Sì, se lo leggi forse storci il naso ma se poi l’ascolti cambi idea!

Vabbè può piacere o non piacere questa scelta dell’iPhone, per me è stata semplicemente una questione di necessità: unire le tante idee al pochissimo tempo disponibile. Non sono un nerd o un fissato della tecnologia. Ognuno di noi ha un cellulare in tasca, ecco, io lo uso nei momenti “morti” per farci della musica. E alla fine ne è poi nato un album! Credo sia interessante come cosa, come possibilità.

E comunque anche il grande Damon Albarn ha fatto coi Gorillaz un album “di questo tipo”, con un iPad! 

ITF: Ho ascoltato entrambi i tuoi lavori, “Push-e-Bah” e “Time – EP”, e la sensazione che ho avuto è stata quella di una grande serenità e una sorta aurea positiva. Ogni traccia sembra raccontare uno stato d’animo diverso e l’ascoltatore è libero di dare la sua personalissima interpretazione, forse questa la grande forza dell’elettronica strumentale. A parte le mie vaghe considerazioni, perché fai musica e cosa vuoi dire con la tua musica? 

BaB: È vero quello che dici, sono sereno e felice e la musica mi esce fuori semplicemente. È un modo per esprimere quello che ho dentro, a volte penso che sia quasi “una missione”. C’è tanto di me se uno ascolta le mie canzoni e guarda i miei video.

Con questo progetto, a differenza del passato, provo a far passare questa energia che ho dentro, provo a lasciare qualcosa, della positività ma anche far riflettere e sorridere. Ecco, c’è bisogno di sorridere di più ai giorni d’oggi… 

ITF: Sono sempre curioso di sapere cosa ascolta chi fa musica, mi dici cosa stai ascoltando in questo periodo e se hai qualcosa di interessante e poco conosciuto da consigliarci?

BaB: Nell’ultimo periodo ho ascoltato molto l’ultimo di Bon Iver, gli Oasis e Moderat. In questi giorni invece sto ascoltando molto Bibio, il singolo nuovo degli Alt-J, l’ultimo di Capossela e le super-bombe fresche-fresche dei Gorrillaz! Anche Cosmo l’ho ascoltato parecchio nell’ultimo anno…

E come consiglio, degli amici di Bologna che stanno uscendo con un album bomba: Lo Yeti

ITF: 3 album italiani e 3 stranieri che ritieni fondamentali per la tua vita. 

BaB: Forse in questa risposta non sarò serissimo:

Glasvegas – Glasvegas

Nofx – Punk in Drublic

Damien Rice – O

Le Braghe Corte – Another ball in the hole

Litfiba – Terremoto 

Ligabue – Buon compleanno Elvis (?!)

ITF: Primo concerto in assoluto a cui sei andato?

BaB: Il primo è stato quello dei Massimo Volume a Bologna nel 1993, ma forse è stato più importante il secondo, i Green Day col tour di Dookie. 

ITF: Ecco, a proposito di concerti, ti ho visto di sfuggita qualche mese fa al Rock n Roll di Milano e penso che verrò a trovarti questo giovedì al Mare Culturale Urbano. Il tuo modo di fare live è anch’esso particolare e studiato: istallazione audio/video per una sorta di “concerto visivo”. Come mai questa scelta?

BaB: Forse non ci crederai ma non avrei mai pensato di ritrovarmi a fare dei live, addirittura dei tour! All’inizio non avevo obbiettivi (forse nemmeno ora!) e quindi per me era solo importante far uscire alcune mie canzoni con i relativi video. Poi sono arrivate diverse proposte live, la Fame Dischi e il super booking del Piccio.net e quindi eccomi qua con il mio “visual-live”. Non volevo il “classico live” ma ricercavo qualcosa di diverso, di particolare, qualcosa che potesse, con semplicità, far capire meglio chi è e che cos’è Be a Bear. Non è solo un’ “esperienza musicale” è qualcosa di più. 

L’idea è di portare la semplicità, la quotidianità in una situazione live. E io mi diverto un casino…

ITF: Mi togli una curiosità? Ma durante i live non muori soffocato con la maschera? 

BaB: La maschera è molto divertente, simpatica, ecc… ma non ci vedo niente perché il taglio degli occhi è laterale, come nelle rane! Inoltre faccio una gran fatica a respirare e c’è un caldo estremo!

Ma ormai mi ci sono abituato e chissenefrega, sudo e mi sento più “punk”!

Be a Bear

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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