Skip to main content
Elso - Intervista - Musicista

Intervista: ELSO

Abbiamo fatto qualche domanda a ELSO, nuovo percorso musicale di Luca Cascella, nato a Genova nel 1989.
Tutto ha inizio dopo la scomparsa del nonno, il vero Elso. È un modo per non dimenticarsi mai di lui, per ricordare tutti i suoi insegnamenti, per non dimenticare le proprie origini, i valori importanti della vita.
Lo fa mischiando sangue ed elettronica, merda e amore, pop ed ansia, luci a led, arduino e tantissimi watt.

Elso - intervista

Noi ti avevamo conosciuto ai tempi dei iVenus, com’è stata l’esperienza con loro? Perchè è finita? E’ stata utile per ciò che è venuto dopo?
 
Il momento, durato mesi, più bello con iVenus è stato il tour di Dasvidanija, proprio il periodo in cui ci siamo conosciuti. Date, tante e belle, tanti chilometri, mi divertivo insomma. E’ finita perché essendo in 4 a 25 anni bisogna mettere sulla bilancia anche il proprio futuro. Adesso siamo sparsi per l’Italia. Diciamo che suonare in una band e poi passare a farlo da soli e difficile, ti senti spaesato sul palco, ovviamente avere delle precedenti esperienze aiuta ma sono comunque solo contro tutti ora.
 
Ho letto che sei stato lontano dalla Liguria e dalla tua Savona, questa lontananza è servita in qualche modo alla tua esperienza musicale e non? 
 
Si sono stato mesi in Qatar, Tunisia e Umbria. Mi è servito, ho staccato la spina dalla vita vera, ho dimenticato i problemi che mi sono trovato ad affrontare, ho messo tutto o quasi, in standby.
 
Penso sia il periodo più florido di sempre per la musica così detta indie/alternativa italiana. Com’è cambiato questo mondo da quando suonavi con gli iVenus rispetto ad oggi?
 
La sottile linea che divide mainstream e indie si sta assottigliando, nel senso che ora anche un signor nessuno, se ha belle cose da dire, vere, con una bella idea ha la possibilità di arrivare in alto. Ovviamente la strategia rimane quella di sapersi vendere bene, buon marketing per quanto mi riguarda.
 
Elso
 
L’indie italiano non è più indie ma sta diventando pop. Tu, Luca, come ti collochi dentro questo grande calderone? Cosa vuoi dire con la tua musica?
 
Io strizzo l’occhio al pop, ma è ovvio che quello che faccio non può essere considerato pop al 100%. Quando uscirà qualcosa di più di Elso mi dirai tu dove lo potremo collocare questo scapestrato dal cappellino buffo.
 
Ho letto che il progetto di Elso e quindi l’album che uscirà è un lavoro che va avanti da 2 anni, perchè hai deciso di uscire proprio ora? 
 
Un giorno, ho fatto ascoltare un po’ di brani a Franky Ciliegia di Dreamingorilla Records, che è un pezzo di famiglia
e mi ha scritto un messaggio lunghissimo che finiva così: “se lo fai uscire senza che tutto sia al posto giusto e organizzato a cannone, ti ammazzo!
mai avere fretta.”
 
E’ uscito da poco il primo singolo, le sonorità sono di un’elettronica molto forte rispetto a quanto ci siamo abituati a sentire con tutto ciò che va di moda ora. Sembra quasi uno sfogo, l’album prosegue su queste tonalità?
 
Direi che questo è uno dei brani più soft a livello di contenuto.
 

Cosa ne pensi dei tuoi “compaesani” Ex-Otago (tra l’altro anche loro sotto INRI)? Con Marassi sono andati molto forte. Pensi sia la tua occasione? 
 
Io adoro gli Ex-Otago, uno dei primi concerti loro lo vidi alle 5 del mattino nell’atrio di Palazzo Ducale a Genova in occasione di una notte bianca.
La mia occasione è ogni giorno, loro hanno scritto un bel disco ed è stato fondamentale l’arrangiamento, infatti il loro “In Capo al Mondo” ho fatto fatica a digerirlo anche se ha delle belle melodie, Marassi ha anche un bel sound, e loro finalmente stanno raccogliendo solo ora quello che seminano da anni. Io sono solo all’inizio e mi ritengo fin troppo fortunato.
 
Locusta Booking ti porterà a suonare in giro per l’Italia, in che periodo inizierà il tuo girovagare per lo stivale? 
 
Nel 2017 succederà.
 
Sei felice (domanda semplice)? 
 
Io non sono mai felice al 100%, non riesco a godermi il presente perché sono continuamente bombardato dai pensieri sul futuro. Non avendo una certezza che sia una, in questa vita, non riesco a vedere il mondo completamente a colori.
 
Elso - Cameriere  
Ma alla fine, hai fatto il cameriere?
 
No, mai, solo Operaio.
Il concetto di cameriere/ingegnere per quanto mi riguarda è Volevo fare il musicista e invece faccio l’operaio. 
 
Mi togli una curiosità? Ma quel coso che hai in testa…. cos’è?
 
E’ un simbolo molto importante, non posso svelare ancora nulla.
 
Ciao e grazie Luca (sperando di vederti presto in concerto qui a Milano).
 
Lo spero anche io!
 
 
 
 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *