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Mèsa

Intervista: Mèsa

Abbiamo fatto qualche domanda alla bella e BRAVA Federica Messa (Roma, 1991), in arte Mèsa. Ciò che colpisce di più di Federica e del suo EP di debutto, è la meravigliosa semplicità con cui si racconta attraverso suoni e parole.

Roma, la Sicilia, i Nirvana, Courtney Barnett, la fine di un amore e tanta voglia di comunicare; Mèsa è tutto questo e tanto, tanto altro…

In Sicilia sono buone pure le scarpe se gli dai un mozzico!

 

Un post condiviso da Federica Messa (@mesunderstanding) in data:

ITF: partiamo dalle origini: quando nasce il tuo amore per la musica? È vero che sei partita ascoltando i Nirvana? Sentendo il tuo primo EP fa stranissimo pensarti ascoltare la band di Kurt Cobain.

M: Ovviamente i Nirvana non sono la prima cosa che ho ascoltato in assoluto però sono sicuramente il motivo per il quale a 14 anni mi sono fatta regalare una chitarra elettrica e un big muff ma soprattutto hanno rappresentato quella classica fissa da emulazione adolescenziale che mi ha fatto decidere di iniziare a scrivere delle cose mie.

ITF: Ho letto che hai iniziato tardi a cantare in italiano, come mai hai abbandonato l’inglese per concentrarti sulla nostra lingua?

M: Fino a pochi anni fa io ascoltavo praticamente solo musica anglo-americana quindi per me era naturale parlare in quel codice specifico; cioè quando mi mettevo al tavolino a scrivere un pezzo le parole mi uscivano naturalmente in inglese. Poi non lo so che è successo, anzi probabilmente sì: ho iniziato ad ascoltare l’indie italiano (nello specifico Maria Antonietta) e ho capito che le cose mi arrivavano molto più forti e dirette e ho pensato che volevo trasmettere la stessa sensazione anche io. Cioè alla fine ho pensato che l’inglese per noi è un po’ una maschera di disimpegno certe volte; per dire le cose in un certo modo secondo me, a oggi, fa la differenza dirle nella lingua che si conosce meglio.

 

“Ho iniziato a scrivere dei pezzi in italiano in un momento in cui avevo bisogno di dirmi delle cose e quindi me le sono dette! Nessun intento programmatico, solo la necessità di buttare fuori”.

 

ITF: Credo che una città come Roma sia una continua fonte di ispirazione, ti piace la tua città? Quanto c’è di Roma nelle tue canzoni?

M: Oggi amo Roma ma non c’è molto di lei nelle mie canzoni. Sicuramente le contiene nel senso che io racconto cose che mi succedono il più delle volte a Roma però non credo proprio di poter definire i miei pezzi “urbani”. Ci sono artisti che incentrano la loro poetica su determinate città, io piuttosto giro intorno a dei luoghi mentali ed emotivi credo, che esistono a prescindere dalla città in cui mi trovo in quel momento.

“Sono dei brani di risanamento e di riappacificazione con me stessa soprattutto”.

Mèsa

 

ITF: Rimanendo sempre in tema romano, si può parlare di vera e propria corrente romana? Penso al momento musicale super florido, che rapporto hai con i tuo “colleghi” capitolini?

M: In questo momento penso che non ci sia in Italia un posto più vivo di Roma. Sono davvero fortunata, c’è da dirlo! Ci sono una serie di realtà che danno spazio a chi come me vuole suonare il più possibile e anche se siamo tanti credo ci sia anche una qualità molto alta. Tra noi musici si è creato quel senso di appartenenza che ci fa sentire tutti uno squadrone; non c’è competizione ma ci spalleggiamo molto.  

ITF: È uscito da poco il tuo primo EP, che dici tu stessa essere nato dalla fine di un amore, e io penso: magari da tutti gli amori finiti nascessero delle robe così belle come il tuo disco!! No a parte questo, mi racconti un po’ la genesi del disco?

M: Grazie! beh, non c’è stata una genesi vera e propria. Ho iniziato a scrivere dei pezzi in italiano in un momento in cui avevo bisogno di dirmi delle cose e quindi me le sono dette! Nessun intento programmatico, solo la necessità di buttare fuori. Sono dei brani di risanamento e di riappacificazione con me stessa soprattutto. Ho sentito che aveva senso metterli insieme in un disco perché raccontano quello spaccato di vita, insomma ho sentito una coerenza narrativa oltre che musicale.

ITF: Mi ha colpito un sacco nel brano “Cose Vere”, la frase “Cristo non è morto in croce, è morto in sincerità”, com’è il tuo rapporto con la religione?

M: Quello in realtà non nasce come un pezzo a sfondo religioso, è un escamotage metaforico che ho utilizzato per dire che Gesù Cristo (figura che mi ha sempre affascinato tantissimo per vari motivi) è stato ucciso perché dava fastidio. E si dà fastidio, si è scomodi spesso quando si dice la verità o più banalmente quando si è se stessi. Religione o non religione, quella croce secondo me è tutta una metafora per i cazzari. (si possono dire le parolacce?)

ITF: Ti piace leggere? Se si, cosa stai leggendo in questo periodo?

M: Amo leggere, non faccio altro che comprare libri che non ho mai il tempo di cominciare. Ultimo acquisto: Guida galattica per autostoppisti.

ITF: Sai che mi ricordi un sacco Courtney Barnett? Ti piace?

M: Adoro. Mi riempie il cuore l’accostamento. Mi è piaciuto molto il suo disco e mi piace anche di più la sua attitudine punk. Ma scusa perché dici che ti ricordo la Barnett e non cogli l’influenza che hanno avuto i Nirvana? Per la Barnett i Nirvana sono un ascolto lampante!

NDR: (Che vergogna, ora mi sento super ignorante…)

Mèsa

 

ITF: Dalla, Guccini o De Andrè o non ne ho azzeccato manco uno?

M: De Andrè, Dalla (e De Gregori).

ITF: Nick Drake, The Tallest Man on Earth o Damien Rice o non ne ho azzeccato manco uno?

M: Tutti e tre, in quest’ordine. Però manca il numero 0: Elliott Smith

ITF: C’è in ballo un tour per portare in giro per l’Italia il tuo EP?

M: Assolutamente sì, stiamo organizzando un bel giretto per lo stivale. Già ci sono una decina di date, in continuo aggiornamento. Presto comunicherò tutto nell’internet.

ITF: Concludo chiedendoti di togliermi una curiosità: sei romana ma con la Sicilia nel sangue, due posti dove la cucina è spettacolare, meglio quella romana o quella siciliana?!?

M: In Sicilia sono buone pure le scarpe se gli dai un mozzico!

ITF: Beh non mi resta che augurarti buona fortuna e non vediamo l’ora di vederti qui a Milano prima o poi!

M: Grazie mille, allora ci vediamo il 28 maggio all’upcycle!

 

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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