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Airbourne Live Alcatraz

Sono andato a vedere gli AIRBOURNE @Alcatraz (MI, 14/11/13)

Chi non ha ascoltato il mio invito, per forza o per scelta, si è perso un gran bel concerto!

Attesi con impazienza non deludono le aspettative legittime di chi li sa avvezzi a calcare i palchi dei più importanti festival rock del mondo (Rock Am Ring, Download Festival, Hellfest… solo per citarne alcuni).
Ovviamente l’Alcatraz non è il Wacken Open Air e fare uno show coinvolgente in poco spazio, per un gruppo abituato ad essere incontenibile, presenta sicuramente una sfida interessante. Are you ready to rock?

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Ready to rock, brano d’apertura dell’ultimo album (Black dog barking, 2013), è un pezzo forte, la cui melodia chiama cori e battimani. La folla comincia a scaldarsi tanto che per Too much, too young, too fast, uno dei primi singoli della band australiana, la voce di Joel O’Keeffe è quasi sovrastata da quella dei fans.

Sulle note di Girls in black accade finalmente l’inaspettato: scomparso dal palco, l’esuberante frontman ricompare tra la folla sulle spalle di un gigantesco addetto alla sicurezza, suonando un assolo infinito circondato dal pubblico dell’Alcatraz. Dopo esser stati raggiunti anche nelle zone più buie delle retrovie nessuno dei presenti ha più il coraggio di tirarsi indietro e il concerto inizia a trasformarsi in un vero e proprio rock ‘n roll party.

“Io sono molto felice e fiero di essere qui, e sapete perché? Perché voi siete i migliori!”: vecchia trovata ma funziona sempre! E infatti Black dog barking, canzone e album da promuovere, riceve molti meritati applausi (effettivamente è un gran pezzo).
È il momento di un altro singolo del passato: Cheap wine & cheaper women (Runnin wild, 2007). Visto il titolo non poteva mancare una bottiglia di vino, bevuta per metà sul palco dallo stesso Joel, e l’invito a issare sulle spalle le donne presenti.

“Scegliete voi: volete Blonde, bad and beatiful o Blackjack?”, ovazione per entrambe. “Ok, allora ne faremo prima una e poi l’altra!”. Era da troppo tempo che non entravo in un bel pogo ma con quest’ultima canzone come si fa a resistere!? Non mi divertivo così da anni!
La band esce a darsi una rinfrescata e tra la gente si prepara un piccolo circle pit. L’esito dell’iniziativa, però, non è dei più felici, dato che l’attacco di Live it up (da cui risulta lampante la loro discendenza musicale dai compatrioti AC/DC) non è così aggressivo come la circostanza vorrebbe.

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Al termine del brano la chitarra di O’Keeffe intona un coro da stadio che apre la splendida Raise the flag (No guts, no glory, 2010), indubbiamente uno dei loro capolavori.
Il tempo passa ma la voglia di stare sul palco è ancora tanta e si vede!

Altro stage diving con bagno di folla per il leader della band che, tornato sul palco per il gran finale, sulle note di Runnin’ wild, inizia ad aprire lattine di birra a testate con una faccia da spiritato e a mixare, nell’ultimo solo della serata, Paranoid, Dog eat dog e alti classici immortali del rock al suo primo grande successo.

Come concludere questa recensione? Gli Airbourne stessi mi suggeriscono le parole: “As long as we’re alive, as long as you’re alive, rock ‘n roll will never die!”.
Stand up for rock ‘n roll!

blog 2Stand Up for Rock ‘N’ Roll
Hellfire
Fat City
Get Busy Livin’
Diamond In The Rough
What’s Eatin’ You
Born To Kill
Cheap Wine & Cheaper Women
Girls In Black
No Way But The Hard Way
Heartbreaker
Too Much, Too Young, Too Fast
——
Runnin’ Wild
Blackjack

 

 

 

Brian

Amo mangiare, bere, dormire e... Cosa mi distingue da un grosso orso? Pochi peli e l'amore per la musica. Genere preferito? Femminile, naturalmente! PS: sono marito, padre e professore, ma questa è un'altra storia...

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