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Calcutta - Alcatraz 11/12/16 - Intheflesh

Sono andato a vedere il buon CALCUTTA @Alcatraz (Milano 11/12/16)

Dopo aver fatto un pasto frugale ed essermi imbenzinato abbastanza per affrontare sia il rigido clima milanese ma soprattutto l’orda di ormoni calcuttiani, sono sceso in via Valtellina giusto giusto per le 21 (ripeto: la fortuna di avere la casa che è tipo la portineria dell’Alcatraz). CODA. Strano penso, non la becco mai. Milano sembra la Sarajevo post assedio, d’inverno. Mi metto in coda con un amico che incontra Mecna (loro si conoscono già), io mi presento, lui super cordiale e tranquillo; facciamo la fila assieme fino ad entrare all’Alcatraz, ormai mia seconda casa.

Dentro trovo un po’ di gente che conosco, in sottofondo si sente il piano e la voce di Giovanni Truppi, purtroppo l’attenzione verso Giovanni è pari allo zero, poteva essere interessante, ma fare un piano solo come apertura di concerto è una scelta bella avventata. Finalmente esce il buon Calcutta e l’Alcatraz esplode in un boato di ormoni volanti.

Calcutta - Live Alcatraz - 11/12/16 - Intheflesh

Si comincia con Limonata e Frosinone e si canta tanto, si grida tanto; il pubblico accompagna la voce straziata di Edoardo con enfasi. Grande nota positiva del Calcutta dal vivo è proprio questa, far strillare il popolo come se fosse l’ultima volta, non so di cosa, ma proprio l’ultima volta.

Il concerto prosegue con pezzi vecchi come Cane, Fari e i Dinosauri, qui c’è una piccola frenata, l’Alcatraz è un po’ disorientato su canzoni non mainstreamiane ma comunque il tutto tiene e regge in modo solido. Calcutta, splendido nel suo non gigioneggiare sul palco tra il finto tonto/ fattone/depresso, intrattiene (meglio delle altre volte), l’orda di invasati calcuttiani. Poi si riprende subito con i pezzi forti: Milano, Gaetano e Le barche fino ad arrivare all’apoteosi di Cosa mi manchi a fareEdoardo dà prova di saper reggere bene il palco, sia come performance musicale ma anche come persona. Grande passo avanti rispetto alle ultime volte che l’ho visto. Subito dopo la sparata di Mainstream, Edoardo mette le mani avanti e con maestosa autoironia introduce alcuni pezzi vecchi, dicendo che sa che la gente si scazzerà, ma fare un concerto di solo Mainstream sarebbe durato tipo 27 minuti. E così si riparte con Benedetta, Pomezia e Amarena.

 

?❤️ @calcutta_foto_di

Un video pubblicato da Ari (@ariannabeachi) in data:

Ecco, forse l’unica nota negativa di ieri sera è stata proprio questa: l’enorme divario tra ciò che è in Mainstream e ciò che è prima. Divario sia di qualità nei pezzi ma soprattutto divario di conoscenza da parte del gregge. Però oh, colpa mia, alcune canzoni erano anche carine e potevo prepararmi meglio. Altra piccola annotazione riguarda il pubblico, veramente la rivolta dell’ormone (femminile) liceale/universitario. Però anche qui si sapeva, e in realtà non c’è da scandalizzarsi se il pubblico forte è quello e non il quasi trentenne finto disagiato, finto depresso, finto hipster, finto alternativo.

Dopo quasi un 1 ora e qualcosa si arriva al bis conclusivo, qui Edoardo chiama sul palco il maestro Pardo, oramai simbolo e baluardo dell’indie non più indie che avanza verso il grande schermo, il quale introduce maestosamente il tormentone Oroscopo, si torna così a ballare e molleggiare. Si vola.

 

Pardo + Calcutta + Oroscopo = Siamo al toppe #Calcutt #live #Alcatraz #Milano @calcutta_foto_di

Un video pubblicato da Mario Guerci (@guermeri) in data:

Questa è però solo una parentesi gioiosa, la conclusione del Calcutta ultime date di non poteva non essere che una mazzata sulle gambe, e così è stato: le note di una tristissima e malinconica Natalios accompagnano lo spettatore verso la fine dove Cosa mi manchi a fare reprise chiude il tutto.

Noi ora andiamo in camerino a riflettere, fatelo anche voi quando arrivate a casa.

Esticazzi, penso.

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario