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TheGiornalisti_LIVE_Alcatraz

Sono andato a vedere i THEGIORNALISTI @Alcatraz (Milano, 17/11/16)

Premessa: sono andato solo perché avevo i biglietti gratis e perché abito tipo a 1 minuto dall’Alcatraz.

Ormai da qualche anno mi sono infilato nel vortice senza uscita della COSI’ DETTA musica indie italiana, un po’ per moda, un po’ perché mi piace e un po’ perché il costo dei concerti rimane ancora relativamente basso.

Ho fatto ordine e, dopo aver smaltito la serata e l’entusiasmo automatico post concerto, posso dire due robe su ieri sera.

Entro verso le 21.30, giusto il tempo per vedere Mandelli e il suo socio Lorenzo Russo storpiare acusticamente grandi pezzi di  musica passata e non. Cominciamo bene penso.

Dopo essermi acclimatato e spannato gli occhiali dalla classica condensa invernale (chi è cieco come me lo capisce bene), cerco di capire e inquadrare con chi condividerò poco più di un’ora della mia vita:

  • Fascia 20 – 25 anni -> ragazze/ragazzi che – perché a 20 anni è tutto ancora intero, a 20 anni è tutto chi lo sa, a 20 anni si è stupidi davvero – forse, ancora/davvero, credono in quello che Tommasone canta.
  • Fascia 25 – 30 (tra cui me), ragazzi/ragazze che non ci credono, non avevano meglio di fare e pensano: alla fine stare lì dentro fa alternativi/fighi (e magari può portare a qualcosa di buono); e alla fine ci si diverte pure.
  • Over 30 -> se passati i 30 sarò a vedere Tommi Paradise cercare di imitare Vasco Rossi, sparatemi. Giuro senza offesa per i 30enni. Anche se in realtà 30 is the new 20.

Sembrava di essere in una puntata di Black Mirror dove la gente pensava di più a condividere su Instagram, FB, Twitter & CO, anzichè guardare verso il palco. Mi ci metto pure io tra questi.

Note positive:

  • Ho bevuto gratis.
  • Ripeto l’Alcatraz è a un metro da casa mia.
  • Devo ammettere che io in primis mi sono gasato alle grande su pezzi come Io non esisto, mi son sentito un po’ preso in causa su Sbagliare a Vivere  e su La fine dell’estate mentre urlavo come un pirla –  LA MIA…. MALINCONIA – il mio cellulare è stato scaraventato nell’iperspazio.

Musicalmente una roba angosciante. Un po’ perchè, as always, l’Alcatraz è tipo il posto peggiore al  mondo per fare concerti, 1 ora e mezza circa di martellamenti sintetizzati TUTTI UGUALI. Va bene che è la moda del momento, però oh, un minimo di struttura musicale più interessante fatela. Paradiso intervalla lo spettacolo con qualche frase di una banalità  mostruosa e diventa quasi fastidioso nel quanto imita Vasco Rossi, addirittura prova parlare un po’ sbiascicato.

In sintesi: Tommaso Paradiso è riuscito a creare un personaggio surreale che vive nel mondo delle favole, fatto di innamoramenti adolescenziali e luoghi comuni snervanti: i film anni ’80, il cornetto, le camicie da uomo sulle ragazze, le notti d’estate, ecc. Tutto gira in torno a queste 4 cose. Tutta roba che poteva andare bene all’inizio, o comunque tutta roba che chi aveva veramente dentro la comunicava in certo modo (vedi Venditti/Vasco); ma oh Tommaso ripigliati, c’hai 30 anni passati, dai un occhio al tuo grande mito Vasco cosa faceva alla tua età.

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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