Skip to main content

METALLICA @ Ippodromo di San Siro (Milano 08/05/19)

Chiudevo l’ultimo mio articolo con una promessa a me stesso: questo sarebbe dovuto essere un live-report. È quindi con grande piacere che dichiaro ufficialmente aperta la stagione dei concerti “estivi”!
Eppure va detto che di estivo nel concerto di mercoledì non c’era nulla: pioveva che Dio la mandava e faceva un freddo cane. Certo, la dimensione open-air ci ricordava il fatto che fossimo in primavera inoltrata, ma la giacca da sci, fradicia, faceva decisamente un altro effetto sulla pelle.
Nonostante questo, sembra che i Metallica siano riusciti a battere un altro record: nel nostro Paese non avevano mai suonato di fronte a tanta gente. Complici di un tale successo sono stati sicuramente i Ghost, che da anni piazzano album in classifica e che in Italia sono decisamente apprezzati per la loro musica e per il loro istrionismo blasfemo. Detto questo, passerei direttamente ai Metallica perché, essendo quello un giorno lavorativo, non sono arrivato prima delle delle otto passate alla prima giornata del Milano Summer Festival (senza grossi rimpianti).


Vista la distanza siderale dal palco, ho potuto constatare una grave pecca, parlando dell’impianto: la qualità del suono era penosa. A ogni folata di vento quest’ultimo si ovattava, la percezione che ne si aveva variava consistentemente se ci si alzava in punta di piedi o se si voltava la testa in cerca di uno degli eroici bibitari che fendevano il muro di folla con le loro borse termiche piene di birre (amata consolazione di ogni metallaro).
Tuttavia il concerto si è fatto, contro ogni previsione proprio quell’impianto tanto maledetto ha retto sotto una pioggia costante dalla mattina a notte inoltrata.
E anche i Metallica han retto alla grande: a parte lo scivolone di Kirk Hammett, causa pozza sul palco, questi “vecchietti” han suonato come sanno per più di due ore, alternando brani nuovi (fortunatamente pochi) a classici immortali quali “One”, “Master of puppets”, “Ride the ligthning”, “Creeping death”… facendo una battuta di cattivo gusto, suggeritami da un collega, dico: non si sono arrugginiti. Ovviamente a brani veloci hanno sapientemente alternato canzoni più lente e cadenzate -anche se non meno coinvolgenti- come “For whom the bell tolls”, “Sad but true”, “Nothing else matters” o “Unforgiven”: dopotutto Lars non è più un ragazzino.

Sui colossali maxi-schermi passavano immagini di stanchi soldati in marcia, cimiteri di croci, esecuzioni capitali… insomma, tutto ciò che ha costituito negli anni la loro ben chiara e riconoscibile iconografia (e devo dire che, rispetto a questo, anche la pioggia e il freddo hanno contribuito a creare una certa atmosfera).

Ammetto che vedere James Hetfield e soci, nel bel mezzo di un tour europeo fitto di date, condividere la nostra condizione e suonare sotto l’acqua (il palco non aveva una tettoia), ironizzando di tanto in tanto sul fatto di essere finalmente riusciti a farsi una doccia, mi ha davvero colpito. Certo, annullare questa data avrebbe per loro comportato la perdita di un bel gruzzolo, ma beccarsi una polmonite, con conseguente annullamento del resto del tour, era un rischio comunque più alto e se lo sono presi. Negli anni ho visto cancellare intere giornate di festival all’aperto causa maltempo e, sinceramente, la scelta di suonare comunque mi è piaciuta.

Per concludere, non si può non citare il divertente siparietto gestito dalla coppia Hammett/Trujillo, in cui è stata eseguita (in modo discutibile) “El Diablo” dei nostrani Litfiba. In passato avevano eseguito “C’è chi dice no” di Vasco: vista la risonanza mediatica della cosa ci han riprovato e, contando che ogni recensione ne ha parlato, ha funzionato di nuovo.


Di seguito trovate la scaletta REALE del concerto, dato che tutte quelle che ho trovato su altri siti includono “The thing that should not be” e “Frantic”, che non sono state suonate l’8 maggio. Certo, se avessero eseguito “Whiplash” avrebbero fatto tutte le mie preferite, ma la perfezione non è di questo mondo.

SCALETTA:

Ecstasy of gold (intro Morricone)
Hardwired
The Memory Remains
Ride the Lightning
The God that failed
Unforgiven
Here Comes Revenge
Moth Into Flame
Sad but True
Fade to Black
St. Anger
One
Master of Puppets
For Whom the Bell Tolls
Creeping Death
Seek & Destroy

Lords of Summer
Nothing Else Matters
Enter Sandman

+ fuochi d’artificio finali

Brian

Amo mangiare, bere, dormire e... Cosa mi distingue da un grosso orso? Pochi peli e l'amore per la musica. Genere preferito? Femminile, naturalmente! PS: sono marito, padre e professore, ma questa è un'altra storia...

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *