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MI SONO PERSO IL TOUR DI STEVE HILL (E UN SACCO DI ALTRI EVENTI), MA…

A volte, purtroppo, capita di venire a conoscenza di un evento solo quando quest’ultimo è passato e quando capita è bruttissimo. Non si può essere dappertutto, ma resta comunque un’ombra di rimpianto per un’occasione sprecata.
Il mese scorso mi sono lasciato sfuggire, in realtà, una marea di serate interessanti (solo a Milano bisognerebbe avere il dono dell’ubiquità per essere assolutamente certi di aver visto e ascoltato ogni concerto meritevole): dalla Dave Matthews Band alle grandi jazz band del BlueNote, per arrivare ai più divertenti Derozer o ai Matrioska… In realtà mi sono perso proprio tutto!
Ma il musicista che più mi rammarico di non aver visto dal vivo è Steve Hill: una one-man-blues-rock-band e un soggetto davvero pittoresco.
Ho iniziato ad interessarmi a lui per due motivi: il primo è perché non ne avevo mai sentito parlare e il secondo è questo video (che io ho visto evidentemente troppo tardi), realizzato negli studi di Radio Lombardia durante la presentazione del suo tour italiano ai microfoni del programma “LineaRock“.

https://youtu.be/c5agKbtiI0E 

Non passando da Milano, ma da piccoli locali in altre città, non mi stupisce che la pubblicità all’evento sia stata poco efficace. Tuttavia mi sarebbe davvero piaciuto esserci: la dimensione raccolta di certi live rende ogni performance più intima e vera.
Eppure il canadese Steve Hill, da noi semi-sconosciuto-, non è per nulla un artista mediocre: si è esibito in carriera con nomi del calibro di Ray Charles, BB King, ZZ Top, Jimmie Vaughan, Hubert Sumlin e Jeff Beck, oltre ad aver vinto sette prestigiosi riconoscimenti, tra cui un Juno Awards e un Maple Blues Award.

Tuttavia egli si pone come un one-man band: scelta affascinante che lo rende più simile a un suonatore di strada che a una rock star.
Quante volte ci siamo incantati di fronte a una performance inaspettata e sbalorditiva in una piazza, in stazione o sul marciapiede di un viale alberato: uno stupore infantile ci blocca e, come per incanto, siamo portati in un’altra dimensione fatta di bei ricordi e sogni ad occhi aperti. Eppure questa sensazione straordinaria è un’esperienza reale: nasce all’improvviso di fronte a un artista in carne e ossa, che puoi vedere proprio di fronte a te, e non dall’ascolto di una musica in radio o dal cellulare. È per questo più intensa: come vedere una donna reale rispetto a una fotografia. Si tratta di un incontro personale con un uomo e la sua arte e non c’è nulla di patinato in questo. Non c’è trucco né inganno: se uno è bravo lo dimostra così.

https://youtu.be/OlDltps4p9I 

Concludo dicendo che, nonostante il rimpianto, mi è rimasto il desiderio di incontrarlo e questo è un onore che non tutti i musicisti che ho scoperto di recente si sono meritati.
E, per finire, faccio una promessa a me stesso: il prossimo articolo dovrà essere un live report: l’astinenza da concerti, evidentemente, si sta facendo sentire…

Brian

Amo mangiare, bere, dormire e... Cosa mi distingue da un grosso orso? Pochi peli e l'amore per la musica. Genere preferito? Femminile, naturalmente! PS: sono marito, padre e professore, ma questa è un'altra storia...

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