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Carl Brave x Franco126

CARL BRAVE X FRANCO126: “l’indie-rap” romano di cui tutti abbiamo bisogno

Ripeto ancora una volta: a me il rap non piace, ma proprio no ( e voi direte: esticazzi?). È innegabile però che questo genere, assieme all’hip hop (poi un giorno mi spiegherete bene la differenza tra rap e hip hop) , è diventato il nuovo pop italiano (nel senso di popular music). Per colpa di alcuni amici, che c’hanno proprio una fissa per sto genere, ho iniziato ad avvicinarmi pure io.

Ho iniziato prima con il mitologico Willie Peyote di cui abbiamo parlato qui e qui e di cui mi son preso benissimo, e ora ho scoperto quasi casualmente un brano di un certo CARL BRAVE X FRANCO126. Il pezzo si chiama Polaroid, l’ho ascoltato una volta, poi un’altra e poi ci sono andato in fissa. Rimasto folgorato dal brano, ho subito iniziato a cercare qualcosa di più su questo (per ora) poco conosciuto duo romano.

Quello che ho letto/trovato è che loro sono Carlo Luigi Coraggio, classe ’89 (rapper e produttore) e Franco Bertollini, classe ’92 (rapper), sono di Roma, dovevano uscire con un album chiamato Fase Rem, non l’hanno fatto e quindi da dicembre pubblicano dei brani su youtube, senza video, ognuno rappresentato da una foto polaroid diversa; uno più bello dell’altro.

 

?? @franchino126

Una foto pubblicata da Carl Brave (@carlbrave23) in data:

Peculiarità e punto di forza della musica del momento è quella di raccontare vicende quotidiane spesso legate alla realtà cittadina dove il protagonista vive; Carl Brave e Franco126 continuano su questa “moda” con risultati strabilianti.

I due ragazzi raccontano una serie di vicende quotidiane, comuni, ma non banali, in cui tutti, chi più chi meno, ci si possono ritrovare. I testi, apparentemente slegati, sono una sequenza di fotografie, di frame della vita (in questo caso romana) dove l’ascoltatore viene coinvolto/travolto dentro un mood ipnotico. L’empatia è immediata e funziona alla grande. I temi cantati sono delusioni amorose, ricordi di amici andati, serate nostalgiche, corse sui motorini per le vie di Roma, chat su whatsapp; insomma, tutto materiale dove gli ultimi dei romantici possono sguazzarci. Queste immagini, slegate l’una dall’altra, sono accomunate solamente dal contesto cittadino, cioè lo sfondo che le contiene tutte: sarà l’ascoltatore, poi, a dover completare le varie canzoni, ricamandoci sopra e innestandovi il suo vissuto personale.

T’ho cancellata dai social, in mano una boccia
Sta vita m’incoccia
Su un cinquantino vado in fretta
Stacco un casco a caso a un sottosella a via Libetta
“Mi chiami amo’ che non trovo più il cellulare?

Per questo motivo il rap di Carl Brave e Franco 126 diventa “indie”, collocandosi alla grande nel filone che i vari Calcutta, Contessa and Co., hanno aperto. Un rap quasi popular che, anche chi come me, non ama il genere, non può non rimanerne affascinato. Le musicalità del duo romano si distaccano molto dai canoni del genere in senso stretto; rimane una base beating, arricchita però da romantici passaggi acustici, fiati e corde che rendono le melodie lontanamente anni ’80 e quindi accessibili a tutti. Leggo in un’intervista: In macchina stiamo con Venditti, Tiromancino, Califano che è proprio culto“.

Pio l’Enjoy, metto la retro
Do un bacetto al Pandino dei tuoi
‘Na settimana che facciamo quello che vuoi
E ‘sta domenica Porta Portese è isterica
Io con la solita scena patetica (ei)

Usciranno pezzi nuovi fino a Febbraio e poi il tutto uscirà in vinile, arricchito da due tracce in più.

Quindi, perchè ascoltarli? Perchè le polaroid vintage, la romanità, il contesto cittadino fatto di giri in SH, birre, sottosella bloccati, caschi scippati e tutto il resto, creano una nostalgia pericolosamente contagiosa e spudoratamente romantica, e chi come me, è sensibile a sta roba, rischia di rimanerci sotto.

Ed è bellissimo.

 

 

Mario

Laureato in economia, ma ciò che amo veramente è la musica e provo anche a scriverci qualcosa. “A Beethoven e Sinatra preferisco l’insalata, a Vivaldi l’uva passa che mi dà più calorie“ Follow @guerci_mario

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