Dato che non ho nulla da fare a lavoro passo le giornate a riflettere e ascoltare il folle e maestoso progetto audio/socio/culturale e visivo che è racchiuso sotto il nome di Pop X.
Da queste giornate ho partorito un super pippone più o meno sensato:
POP X is the new BATTIATO?
Mi spiego meglio: stavo rileggendo alcune interviste e filmati sul percorso musicale del maestro, in particolare il periodo a cavallo tra gli anni ’70 e ’80, ma anche quello degli anni ’90 (Gommalacca). In questo periodo Battiato raggiunse l’apice della sua carriera suscitando pareri molto discordanti a causa dei suoi testi apparentemente senza senso, le tematiche che andavano dal surreale al mistico orientale con spesso e volentieri sfondi sessuali; musiche sperimentali minimali e ripetitive molto complesse e dei video che erano tutt’altro che “normali”.
Basti pensare a Fetus del 1971 dove già solo la copertina suscitò un enorme scandalo, un feto di un neonato appoggiato su di un foglio. Altra testimonianza della poca popolarità e della difficoltà di comprensione da parte del pubblico la troviamo una frase del critico Roberto Bertoncelli:
“È sempre stato inclassificabile, nei settanta entrava in scena, accendeva uno stereo con musica assurda e se ne andava. Il pubblico lo rincorreva inferocito”.
Passiamo poi al suo periodo più pop che ha inizio con la mitologica Era del Cinghiale Bianco, quest’album alla sua uscita venne ritenuto una porcata colossale; oggi è considerato capolavoro supremo. Poi ancora negli anni ’80 c’è il visionario Patriots e quindi tutto il periodo popular de La Voce Del Padrone, L’Arca di Noè, Orizzonti Perduti, Mondi Lontanissimi e così via.
Pensate ora, ad un ascoltatore che in quegli anni si sentiva cantare:
- La mia parte assente si identificava con l’umidità (da Arabian song).
- Felici i giorni in cui il fato ti riempie di lacrime ed arcobaleni, della lussuria che tenta i papaveri con turbinii e voglie (da Tra sesso e castità).
- Masticavo semi di mela alla luce del mattino, le increspature dell’aria sembravano pulsare (da Stati di gioia).
- Ima areknames. Malha areknapes. Atenoip arret elevoun sisoprommatem ereitnorf alled etnem (da Areknames).
- Ho sentito urla di furore di generazioni, senza più passato, di neo-primitivi – rozzi cibernetici signori degli anelli orgoglio dei manicomi. Ho incontrato allucinazioni. Stiamo diventando come degli insetti; simili agli insetti. Nelle mie orbite si scontrano tribù di sub-urbani, di aminoacidi (da Shock in my town).
- Lo shivaismo tantrico di stile dionisiaco la lotta pornografica dei Greci e dei Latini (da Sentimento nuevo).
- Dalla pupilla viziosa delle nuvole la luna scende i gradini di grattacieli per prendermi la vita / Mi dice
sui seni nudi muoio d’amore quando vedrai la mia ragazza dille che io l’amo (da Chan-son egocentrique)
Ne potrei citare tante altre; ma è tanto diverso da quello che pensa un ascoltatore oggi quando sente i testi di Davide Panizza?
Altra chiave di lettura interessante l’ho trovata in una frase dello stesso Battiato: L’autore non si offre né di raccontare una storia, né di affrontare una precisa tematica, curandosi al contrario di “amalgamare” frasi e situazioni prive di un qualsiasi nesso causale. Quello che nasce è un componimento inedito e complesso, dove le parole fanno da ponte verso la musica, mentre questa spiega e struttura i versi stessi. In questo modo l’artista realizza, in maniera autonoma e solitaria, una risposta italiana alle trasformazioni internazionali.
Ho pensato subito ai Pop X.
Altra frase simbolo del pensiero di Battiato e di ciò che lui pensa e vuole comunicare con la musica è la seguente:
“Una ragazza di quindici anni mi ha scritto dicendo che non le frega niente di quello che dico, che comunque le piace da pazzi. Per me questo è il massimo, perché io non voglio dire niente, oppure voglio dire tutto». E ancora: «Credo, al contrario di quelli che non hanno capito niente dei miei testi e li giudicano una accozzaglia di parole in libertà, che in essi ci sia sempre qualcosa dietro, qualcosa di più profondo […] Quando si intende adattare un testo alla
musica si scopre che non è sempre possibile. Finché non si fa ricorso a quel genere di frasi che hanno solo una funzione sonora. Se si prova allora ad ascoltare e non a leggere, perché il testo di una canzone non va mai letto ma ascoltato, diventa chiaro il senso di quella parola, il perché di quella e non di un’altra. Per capire bisogna ascoltare, serve animo sgombro: abbandonarsi, immergersi. E chi pretende di sapere già rimane sordo»
“Chi pretende di sapere già, rimane sordo”
Poi tutti noi sappiamo cos’è diventato Franco Battiato. Quindi, meglio essere considerati folli oggi o dei geni domani?
Ora io mi chiedo, prendendo le dovute precauzioni e mettendo le mani avanti: con i diversi temi trattati, la diversa epoca e le diverse tecnologie, la diversa spazzatura che la società moderna ci passa; ma Pop X ora come ora è tanto diverso da un Battiato negli anni in cui non era compreso e ritenuto un pazzo deficiente?
Ognuno è libero di trarre le proprie conclusioni e considerare questa mia riflessione una boiata pazzesca o forse, una piccola intuizione di verità.
Poi di sicuro sarà tutta una grande presa per culo e io sono il re degli scemi.
Comunque sia: “noi centriamo con i missili”