Lo scorso 24 giugno il Circolo Magnolia di Milano ha ospitato il progetto musicale elettronico più interessante dell’ultimo decennio: i Moderat. Il trio tedesco è nato come fusione di due realtà berlinesi già affermate nel campo della musica elettronica: Apparat (Sascha Ring) e Modeselektor (Gernot Bronsert e Sebastian Szarzy).
Il caldo insopportabile, l’invasione di zanzare tigri che manco la giungla nera, lo stipamento appiccicaticcio della ressa umana e i miei vicini di pubblico che erano più molesti di un venditore di rose in Isola, non hanno intaccato la meravigliosa e devastante performance live del trio elettronico berlinese.
I Moderat dal vivo (prima volta che li vedo) sono un qualcosa di semplicemente perfetto. I brani proposti sono un susseguirsi di grandi successi, eseguiti con tecnica e accuratezza a dir poco perfetta; lo spettatore viene immerso in quelle particolari atmosfere che solo loro riescono a creare, sembra quasi di essere sospesi nello spazio e nel tempo.
L’elemento visual diventa quindi fattore fondamentale durante la performance live ed è un attimo cadere in uno stato di trance e lasciarsi andare a ondeggiamenti di capo e movenze carpiate.
I Moderat dal vivo sono un qualcosa di semplicemente perfetto. Lo spettatore viene immerso in quelle particolari atmosfere che solo loro riescono a creare, sembra quasi di essere sospesi nello spazio e nel tempo.
Non ci son tante parole per esprimere e descrivere cosa vuol dire partecipare dal vivo ad un concerto dei Moderat se non dire che è di un’intensità veramente forte. Lascio quindi che siano le immagini e i video a parlare (in apertura pure un pezzo del buon Gold Panda che comunque sa il fatto suo):
GOLD PANDA
MODERAT
Faccio solo un appunto finale sul festival:
Se da un lato bisogna rendere merito al Circolo Magnolia che è riuscito a portare all’interno di un mini festival di musica elettronica artisti molto importanti a livello internazionale, dall’altro lato però, non posso non fare degli appunti (da vero puntiglioso polemico) sul mediocre livello di organizzazione.
Audio e acustica scarsa, palco troppo piccolo, spazio per la platea mal gestito e anche qui troppo piccolo per ospitare così tanto pubblico, coda per qualsiasi cosa: sia per comprare il biglietto (evvabbè e li posso capirla), ma pure coda per ritirare il biglietto già comprato (forse ancora più lunga); in pratica l’unica cosa per cui non facevi la coda erano i bagni perchè tanto la gente approfittava della natura.
A parte queste poche lamentele sterili rimane comunque il ricordo di una serata di grande musica fatta di sudore, luci, trance, balli, spintoni, punture di zanzare e tanta tanta emozione.
E direi che questo, alla fine, vince su tutto.