Esce Born in the USA di Bruce Springsteen.
Massimo Cotto, nel retro copertina del suo magnifico libro We Will Rock You (che vi consiglio caldamente di leggere), cita una frase che a mi ha sempre affascinato e colpito: We learned more from a 3-minute record baby/ than we ever learned in school. E forse, a pensarci bene, è proprio così.
Questa frase è tratta dalla bellissima No Surrender, presente nell’album che nel 1984 sconvolse il panorama musicale americano, raggiungendo la prima posizione in classifica e rimanendoci per sette settimane.
Oltre a questa canzone, all’interno dell’album erano presenti Born in the USA – chi non l’ha mai sentita almeno una volta nella sua vita, con la sua batteria che ti prende e ti trascina – Glory Days, ma soprattutto la stupenda I’m on Fire.
La canzone, che è un misto tra il blues classico – ispirato a the man in black Johnny Cash e a Jerry Lewis – e sintetizzatore, racconta l’amore, il desiderio carnale di un uomo per la donna di cui è innamorato.
Il video è stupendo. Tralasciando il fatto che è il primo che non ritrae il Boss su un palco, ci mostra la storia di una bella signora che ogni giorno va a lasciare la sua Thunderbird a riparare ad una officina, e ogni giorno chiede esplicitamente che sia un certo meccanico (Bruce) a riparagliela. Ma questa volta va diversamente. Il meccanico decide di portargliela la sera stessa, direttamente a casa sua. Come potrà andare a finire? A voi la sorpresa….